Recensione del Romanzo “Storia della mia calvizie”

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Edizione Instar Libri, 2003

Il protagonista, autore e narratore è Marek van der Jagt, un giovane di famiglia borghese di Vienna. Sua madre è una donna eccentrica, egocentrica e con la passione della seduzione, il padre è un uomo stoico, immerso perennemente nel lavoro che dopo la morte della madre, sposa una donna insopportabile.

Marek è un ragazzo timido, riflessivo, di poche parole e le sue passioni sono la poesia, la filosofia e soprattutto la ricerca dell’amor fou. Lo cerca ossessivamente e a quindici anni finalmente crede di averlo trovato in una turista lussemburghese. Tuttavia Marek, pur essendo di bell’aspetto, scopre di avere un pene davvero piccolo. Questa rivelazione condizionerà per sempre la vita del giovane, anche se non ostacolerà completamente la sua voglia di sperimentare.

Anni dopo e ormai non più adolescente, un’anziana signora, Mica, tenterà di convincerlo che le dimensioni in realtà non contano in amore. Purtroppo però Marek, a causa di misteriosi farmaci che assicurano risultati miracolosi e del suo rapporto con Mica, comincerà a perdere i capelli fino a diventare completamente calvo.

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Storia della mia calvizie è un libro fuori dagli schemi in grado di stupire sempre il lettore. Quando si crede di aver intuito la direzione che la storia sta prendendo, l’autore ci sorprende.

A mio parere, il ritmo del libro è tendenzialmente lento (in alcuni punti forse anche troppo), pacato e riflessivo, proprio come il protagonista, ma quando finalmente il giovane incontra per la prima volta il suo amor fou diventa frenetico e il lettore deve rincorrere per le strade di Vienna il quindicenne Marek che cerca disperato di conquistare la donna dei suoi sogni con ogni mezzo e nel modo più romantico.

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I personaggi sono l’elemento più interessante del romanzo: anche se sono presenti per poche pagine Marek riesce a renderli interessanti e in qualche modo tridimensionali. I personaggi femminili sono particolarmente degni di nota. La madre forse è il personaggio che più colpisce, una donna che non nasconde la sua eccentricità e il suo amore per la seduzione e il gioco, ma che allo stesso tempo è fredda, egocentrica, incapace di stare vicino ai propri figli e di svolgere il ruolo di madre.

È un libro coinvolgente che risucchia il lettore nella Vienna di Marek, tuttavia non è semplice da leggere proprio per il suo ritmo che in alcuni punti sembra quasi non muoversi. Storia della mia calvizie è una sfida per il lettore che deve continuamente adattarsi alle esigenze del protagonista. In alcuni punti inoltre può essere difficile riuscire a identificarsi con Marek o con gli altri personaggi e può quindi diventare frustrante. Tuttavia l’uso dell’ironia, presente in tutto il libro, riesce ad alleggerire l’atmosfera (spesso opprimente) e invoglia a continuare a leggere.

 

 

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