Sono passati 5 anni dal violento terremoto ad Haiti costato la vita a 500.000 persone, una ferita ancora aperta e non esiste isolano che non ricordi questo triste evento come se fosse ieri. Ci sono stati più di 500 paesi che hanno collaborato economicamente aiutando a costruire nuove case, ospedali e scuole. L’iniziativa umanitaria ha coinvolto 3 milioni di persone, una spinta grazie alla quale l’isola haitiana si è potuta rialzare e guardare al futuro. Ma i problemi irrisolti restano ancora molti. Poi c’è Labadee, una piccola spiaggia protetta da una cancellata dove i turisti, sbarcati dalle grandi navi da crociera, prendono il sole e si gustano un buon cocktail dimenticandosi che a pochi chilometri di distanza ci sono persone che lavorano e lottano ogni giorno per la sopravvivenza.
Uno schiaffo alla povertà o un’altra piccola spinta per aiutare l’isola?
La situazione economica ad Haiti
Haiti è da sempre il paese più povero, violento e meno sviluppato delle Americhe e vive in uno stato di continua emergenza umanitaria. Circa l’80% della popolazione è in condizione di povertà degradante, il 54% vive con meno di un dollaro al giorno.
Normalmente i telegiornali fanno vedere solo la catastrofe scordandosi di raccontare che comunque tutti gli aiuti messi in atto dai tanti paesi che hanno collaborato alla ricostruzione dell’isola hanno portato ad un nuovo inizio. Una delle risorse che può essere determinante per la ripresa economica dell’isola è il turismo. Da questo punto di vista la spiaggia di Labadee rappresenta un modello in possibile espansione.
Royal Caribbean®, la linea crociera di lusso che affitta il territorio, è dal 1986 presente nel porto di Labadee, portando ogni anno un numero sempre maggiore di passeggeri che possono sfruttare le installazioni e le attività a pagamento che offre il luogo.
Si spera che il turismo diventi uno dei punti fondamentali per diminuire il 60% di disoccupati e condividere con tutti i viaggiatori che vogliano scoprire il paese uno scambio culturale in un posto sicuro e naturale.
Il turismo nella Repubblica Dominicana
Il modello da seguire per Haiti resta la Repubblica Dominicana, l’altra parte dell’isola da sempre molto più ricca grazie anche all’azione dei Tour Operator. La Repubblica Dominicana ha la seconda economia più grande dell’ America Centrale e dei Caraibi in particolare. Proprio grazie al turismo di lusso, oggi solo il 3% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno. Da anni c’è il tentativo da parte degli haitiani di unificare le due parti, ma gli abitanti di Santo Domingo temono fortemente che questa unificazione dell’isola avrebbe una ricaduta negativa sulla loro economia. Per questo il progetto è rimasto ancora sospeso, tantopiù dopo l’aggravarsi dei problemi di Haiti dopo il tremendo terremoto che l’ha praticamente rasa al suolo.
Il turismo come fonte di reddito
Il turismo da crociera trova nella spiaggia di Labadee un luogo ideale per il riposo e poco importa che questa sia una gabbia per ricchi, un posto finto e distante alla realtà in palese contrasto con il territorio circostante. Nonostante la maggior parte dei proventi ricada direttamente sull’economia dei Tour operator, un giovamento ne traggono anche i 500 commercianti haitiani che riescono in un modo o nell’altro a fare business con i turisti di questo recinto dorato. Un numero ridotto di artigiani che portano con sé le proprie creazioni artistiche o il loro rum nazionale, hanno il permesso di entrare e di vendere i loro prodotti e in questo modo riescono a garantire una vita stabile a se stessi e alla loro famiglia. I commercianti vivono grazie ai turisti che ogni 2-4 giorni arrivano al porto e creano per loro un mondo idillico del quale si prenderanno una percentuale . A sua volta lo Stato guadagna direttamente dal turismo esigendo una tassa di 6 dollari per ogni turista che approda nell’isola.
Ancora che il paese continua a lottare per diventare d’interesse internazionale, perché la situazione sociosanitaria e il tasso di violenza continuano ad essere alti nel resto dell’isola e scoraggiano il turismo non organizzato, ma la construzione d’un luogo come Labadee significa un piccolo passo verso un turismo stabile e redditizio almeno per alcuni.