Le vie d’acqua di Expo: collegamenti idrici problematici

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L’acqua ad Expo potrebbe mancare se la stagione estiva risulterà essere eccessivamente secca e se l’acqua del Lago Maggiore rimarrà sul livello attuale. A dirlo è il presidente del consorzio Est Ticino Villoresi Alessandro Folli, in un intervista sulle rive del canale che trasferirà l’acqua dal Ticino alle vie d’acqua di Expo.

La sperimentazione – Nonostante una sperimentazione sui livelli del Lago Maggiore avviata nel 2010 avesse virtualmente risolto il problema, aumentando la portata d’acqua del Lago (e di conseguenza del Ticino, rendendo disponibile più acqua al Villoresi)  il ministero dell’ambiente ha bloccato ogni cosa riportando il lago a livelli d’acqua insufficienti a far fronte alle necessità dell’esposizione internazionale di Milano. La sperimentazione ha prodotto ottimi risultati – conferma Folli – ma il ministero dell’ambiente ha imposto il veto di riportare l’acqua a 1,2mt sullo 0 della diga di Sesto Calende – un provvedimento che secondo Folli non ha senso di esistere, dato che negli anni di sperimentazione non sono stati registrati danni causati dall’innalzamento del lago.

l’importanza dell’acqua a Rho – Mancherà l’acqua dunque se il sole deciderà di regalare straordinari, asciugando i corsi d’acqua prima che arrivino a destinazione. Il che sarebbe un grave problema, dato che all’interno del sito espositivo di Rho esiste un bacino d’acqua e a dirla tutta è fondamentale per il funzionamento degli impianti di raffreddamento dei padiglioni e per la creatività delle fontane. Panta rei, disse un filosofo greco, riferendosi all’esistenza dell’uomo, mutuando il termine dal moto delle acque dei fiumi. Un moto, quello ondoso, che forse non arriverà fino al bacino idrico di Expo 2015. il Livello ad 1,5 mt sullo 0 garantirebbe sicuramente la serenità di tutti! – conferma ancora il presidente.

Prima l’agricoltura – Sì, perché la legge è chiara dice Folli: “prima l’agricoltura e poi altri!”. E come ricorda a telecamera spenta, l’ira e forse anche la disperazione degli agricoltori, sono eventi che i consorzi e gli enti di gestione delle acque preferiscono evitare. E’ stato proprio a causa della siccità che tra il 2011 e il 2013 alcuni proprietari delle messi e dei campi hanno divelto i rubinetti ai piedi della diga per poter dissetare le proprie colture ormai arse. un ultimo disperato tentativo nella speranza di salvare il salvabile. Ciò non giustifica nulla ovviamente – continua il presidente – ma sicuramente ci ricorda come l’agricoltura, sulla quale si basa molto della nostra economia, abbia la precedenza in situazioni di emergenza idrica.

MC

 

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