Rulli di tamburi e cerimonie tribali danno il benvenuto al 26° Festival del Cinema Africano, d’Asia e dell’America Latina a Milano. Il 3 Aprile nel casello Ovest di Porta Venezia i milanesi presenti hanno avuto la possibilità di immergersi nell’Africa dei villaggi, dei riti e delle liturgie ancestrali, circondati dalle foto del Lagos Photo Festival. Un modo per dare il benvenuto ad un festival così originale.
Una performance che viene da lontano
Una cerimonia, un’usanza, un movimento di corpi ed un sussulto di percussioni che manda in trance. E’ ciò che ha celebrato Alfie Nze con l’offerta della Noce di Cola, una comunione senza tempo del popolo degli Igbo:
“Prendete questa noce di kola e mangiate come segno della nostra fraterna comunione, fiducia e amore. Non ci saranno traditori fra di noi.”
queste le parole pronunciate con solenne attenzione dall’attore che, scalzo e in abiti tradizionali, ha lasciato con il fiato sospeso gli avventori.
Cinema, design e fotografia: un’Africa diversa.
Alla cerimonia del 3 Aprile gli organizzatori hanno voluto far conoscere un continente africano differente, creativo, innovativo e ricco di possibilità, cercando, almeno per una volta, di tralasciare l’immagine dell’Africa povera e denutrita. Ciò è stato fatto con l’iniziativa “Designing Africa 3.0″, una mostra che raccoglie foto provenienti dal Lagos Photo Festival, la prima manifestazione africana dedicata al mondo dell’arte visiva.
Un’appuntamento consolidato.
Dal 1991 il Festival Cinema Africano, Asia e America Latina è l’unico appuntamento italiano dedicato al mondo del cinema dei tre continenti. Quest’anno l’evento coincide con la riapertura della triennale e la “Opening Night” si terrà al Teatro dell’Arte, con la proiezione del film di Takeshi Kitano “Ryuzo and the Seven Henchmen (Ryuzo e i sette compari). Un’apertura dalle tinte orientali, in una Milano post-Expo sempre più internazionale.
Per ulteriori informazioni, consultare il programma del Festival Cinema Africano, Asia e America Latina