L’appello, presentato dall’associazione “SOS Musicisti”, è stato aggiornato l’1 dicembre 2016: la questione riguarda il riconoscimento regionale delle scuole di musica moderna, che attualmente non vengono certificate né supportate (economicamente e didatticamente) dalle regioni italiane.
Il primo step verso il cambiamento nel mondo della musica.
Il primo passo è stato fatto a Roma, a febbraio 2016, con la conferenza intitolata “Salviamo le scuole di musica”, esposta a rappresentanti del Ministero del Lavoro e della Politiche Sociali e ai rappresentanti regionali di Lazio, Abruzzo e Lombardia dall’associazione SOS Musicisti, la sola che si sta occupando della questione. La delegazione, formata da Antonio Nacchi (responsabile di una nota scuola di musica di Roma e co-fondatore di SOS Musicisti), Francesca Faro (cantante jazz e insegnante di canto) e Vittorio Di Menno Di Bucchianico (segretario nazionale), è stata ricevuta dalla Dott.ssa Cinzia Allitto. La dirigente ministeriale è l’incaricata specifica per la riforma del terzo settore, relativa all’associazionismo, forma più diffusa per l’organizzazione di scuole di musica moderna, che, non potendosi permettere economicamente un sovraccarico fiscale, si configurano come associazioni no-profit.
Le realtà musicali esistenti e le problematiche dei riconoscimenti.
La questione è molto complicata. Tutte le scuole di musica moderna si organizzano come associazioni no-profit, essendo realtà create e supportate dagli stessi fondatori (e dagli studenti che iscrivendosi ne diventano soci) che si fanno carico di tutte le spese: l’acquisto dell’attrezzatura, il mantenimento della struttura e gli stipendi degli insegnanti. In più, queste scuole rilasciano diplomi che, non essendo riconosciuti, sono carta straccia al di fuori della scuola che li rilascia, nonostante certifichino musicisti capaci e, a seconda del livello esaminato, professionisti.
Le scuole di musica moderna in Emilia Romagna.
L’unica eccezione è quella dell’Emilia Romagna, dove è stato organizzato un albo regionale a cui le scuole, strutturate entro certi parametri, possono iscriversi, ottenendo un riconoscimento didattico (per i diplomi rilasciati) e fiscale, con cui vengono esonerate dall’IVA. Ma perché questo succede solo in Emilia Romagna? Come sono strutturate queste associazioni artistico-musicali? Quali differenze ci sono tra quelli riconosciuti in Emilia Romagna a quelli delle altre regioni?
Siamo andati ad intervistare Paolo Cavagnini, presidente dell’associazione artistico musicale “L’Ottava” di Brescia, che si sta interessando molto alla questione.