Oltreconfine “Traffici Fantastici”

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Il 20 febbraio  si è svolta a Milano da Otto nel quartiere Paolo Sarpi una nuova puntata di Oltreconfine, liveshow condotto da Giampaolo Musumeci, giornalista freelance esperto di reportage in zone a rischio. Lo show Oltreconfine è parte di un insieme di appuntamenti, dal titolo Traffici Fantastici e dove Trovarli dedicati ai traffici di uomini e cose, visti attraverso le testimonianze di specialisti del settore, in massima parte giornalisti, che hanno vissuto queste esperienza direttamente. Nel liveshow gli ospiti salgono sul palco per raccontare la loro esperienza oltreconfine.

I testimoni e le storie di Oltreconfine 

Da Otto erano presenti fotografi, giornalisti, reporter e docenti universitari che hanno dedicato gran parte della loro vita agli affari esteri, ognuno sul palco per descrivere, attraverso racconti dal vivo, le esperienze vissute in prima persona nei viaggi appena terminati oltreconfine, raccontando storie forti e alle volte surreali. Tra le storie più incredibili ascoltate come truffare la lega calcio scambiando una squadra di calcio di juniores con una squadra nazionale o come si siano impegnati i russi, ai tempi del muro, a trafficare  dvd e vhs di Walker Texas Ranger, vietato dalle autorità di governo.Tutto ciò per dimostrare quanto sia vasto e fantasioso  il mondo dei traffici illeciti e con quale semplicità spesso questi avvengano.

Il liveshow al bar  

L’idea di Giampaolo Musumeci di portare questo lavoro non sul palco di un teatro o una sala conferenze, ma in un bar, è stata una scelta  ben precisa. I racconti di Oltreconfine,  accompagnati da una chitarra di sottofondo e da alcune suggestioni letterarie,  hanno portato il tono della serata a giocare sull’alternanza continua tra drammaticità e una leggerezza tipica proprio del racconto da bar. In questo modo i toni drammatici sono stati smorzati cercando di raccontare il tutto in maniera più friendly perché, come sostiene l’autore “il giornalismo di esteri può essere anche una chiacchiera da bar, purché se ne parli.”

 

 

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