Nella classifica dei trending topic del 2017 figura un tag in costante crescita: fake news.
Sono le bufale a creare tra gli utenti le più accese discussioni grazie alla tecnica del clickbaiting che serve a far abboccare le persone a una notizia apparentemente vera.
Un esempio? Il tormentone delle finte morti vip torna periodicamente ad occupare le bacheche della gente che, un po’ per preoccupazione sincera e un po’ in cerca di like facili, prepara post strappalacrime a memoria del malcapitato che intanto gode di ottima salute dall’altra parte del pianeta.
Le fake news fanno vittime di ogni età, anche se i giovani si dicono più attenti rispetto ai loro genitori (vedi intervista).
Creare la fake news: i social bot
Prima di essere condivise e commentate, le fake news vengono create da qualcuno.
Ultimamente però a prendere piede nell’ideazione di una falsa notizia sono però dei bot, sistemi informatici automatici, che, spacciandosi per giornalisti, elaborano un fatto e lo rendono interessante infiocchettandolo e recapitandolo in rete al più ignaro dei lettori.
I social bot possono essere scoperti, ma spesso vengono sommersi dalla valanga mediatica che producono grazie alla disinformazione.
Distruggere una fake news si può e molti portali e società forniscono, o forniranno presto, nuovi strumenti per farlo.
Distruggere la fake news: portali, social e scuole
Ad esempio il sito bufale.net è un ottimo modo per confermare se una news sia fake o meno grazie ad articoli accurati che spiegano le ragioni della falsità.
Facebook, dopo lo scandalo del russiagate, ha deciso di creare un portale che verifica quali utenti sono stati manipolati dalle informazioni manipolatrici provenienti dall’est Europa.
Wikipedia subisce ogni giorno migliaia di modifiche, spesso goliardiche e satiriche, che vengono però segnalate via Twitter in modo da monitorarle continuamente.
Ultimo, ma non meno importante, la camera dei Deputati ha deciso di promuovere un programma per proteggere dalle fake news una parte vulnerabile del web: i giovani. Infatti dallo scorso ottobre, più di ottomila studenti hanno fatto dei corsi durante le lezioni per diventare cacciatori di fake news ed accrescere in loro la consapevolezza di quanto leggono ogni giorno sui social network.