Il teatro a Milano: morte o rinascita?

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Il teatro a Milano come l’araba fenice. Nella città meneghina, punto di riferimento della scena teatrale italiana, gli spazi teatrali muoiono per poi rinascere.

Questo è quanto accaduto, solo nel 2017, allo Spazio Avirex Tertulliano ed al Teatro Caboto, mentre per quest’anno l’Atir Teatro Ringhiera, da undici anni in attività, dovrà spostare, per interventi di manutenzione alla struttura, l’intera produzione negli altri teatri milanesi.

Ne abbiamo parlato con la direttrice artistica di Atir Serena Sinigaglia. 

La crisi del teatro a Milano

I fatti dell’Avirex Tertulliano e del Teatro Caboto testimoniano, da una parte, le indubbie problematiche di gestione economica che ogni impresa teatrale deve affrontare; dall’altra mostra la richiesta del pubblico, disposto a pagare pur di non veder morire un servizio culturale.
I due teatri a Milano, sul punto di abbassare la saracinesca, sono stati salvati all’ultimo secondo dall’intervento in extremis di privati, ed ora son di nuovo in attività. Il primo, rinato grazie al Comune di Milano e ad Avirex, ha presentato per la stagione anche una rassegna di cinema: da un momento di crisi sono nate dunque delle nuove prospettive.

Gli interventi statali ed i nuovi linguaggi

Le problematiche di gestione economica sono molto evidenti in questo momento: i contributi statali non sempre riescono a portare effettivi benefici (e soprattutto duraturi), ed il Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo) non riesce a risolvere una situazione che forse avrebbe bisogno di un vero cambio di rotta, di un vero rinnovamento.
Un rinnovamento di carattere soprattutto artistico.
Non a caso, molte delle ultime produzioni teatrali (il lavoro, ad esempio di Circolo Bergman) hanno mostrato un linguaggio innovativo, aperto all’unione tra più media: il teatro che si unisce al linguaggio video e cinematografico.
E questo anche per attrarre nuovo pubblico, che si riduce sempre più.

Il Ringhiera teatro a Milano

Il Ringhiera teatro a Milano

 

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