Doppiaggio: Netflix lo mette in pericolo?

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In Italia da sempre si doppiano i film e i nostri migliori attori hanno prestato la voce ai grandi divi di Hollywood. Oggi l’arrivo delle nuove piattaforme online offre la possibilità guardare i prodotti anche in lingua originale, opzione sempre più gettonata soprattutto dai giovani. Una tendenza che ha già messo in crisi il settore del doppiaggio, che corre il serio rischio di  scomparire. Vero o falso? I giovani sono per la lingua originale o restano ancora legati alle voci italiane?

La nascita del doppiaggio

Nato nel ventennio fascista come strumento per far godere film stranieri a una popolazione altamente analfabetizzata, il doppiaggio in Italia ha prosperato per quasi cento anni, aggiudicandosi il primato di migliore al mondo, e alcuni attori anglofoni hanno addirittura dichiarato di preferire la loro voce italiana alla propria.

Il declino della qualità

Tuttavia, i tempi sono cambiati. Negli ultimi anni il doppiaggio sembra arrancare sempre di più: a fronte di una massa di film o serie sempre maggiore, diminuisce il tempo a disposizione per doppiarli. Inoltre, per contrastare l’aumento della pirateria online, un film viene distribuito in tutto il mondo a pochi giorni dall’uscita nel paese di origine, e tutto ciò ha portato a una contrazione dei tempi di lavorazione che ha avuto come conseguenza un forte abbassamento della qualità: a questo punto il sottotitolo diventa preferibile al cattivo doppiaggio.

Gli effetti sul lavoro

Questi sviluppi hanno avuto un notevole impatto sul mondo del lavoro: il cambiamento dei ritmi ha rappresentato per gli addetti una depressione lavorativa di proporzioni enormi. Doppiaggi fatti in fretta, male, sottopagati e norme violate nel silenzio generale sono all’ordine del giorno, e la situazione è aggravata da un contratto nazionale che non viene rinnovato dal 2008 nonostante sia scaduto da ormai sei anni.

Puristi contro i nostalgici del doppiaggio

Inoltre la conoscenza media della lingua inglese si è largamente diffusa e, con l’avvento dei DVD prima e di piattaforme audiovisive come Netflix e Smart TV poi, le persone sono in grado di scegliere la lingua in cui “sentire” un film. È nato così un lungo dibattito tra “puristi” che sostengono la superiorità dei prodotti in lingua originale e “nostalgici” di un doppiaggio sempre meno all’altezza dei suoi anni d’oro.

Tra i puristi c’è addirittura chi sostiene che il doppiaggio sia storicamente vicino alla fine, e che presto l’Italia imiterà paesi come Regno Unito, Grecia e Portogallo. Cancellando, cioè, il doppiaggio da ogni prodotto se non da quelli per bambini, favorendo per tutto il resto la sottotitolazione.

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