Allarme Oms: salute a rischio per l’81% degli adolescenti

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Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), l’81% degli adolescenti, giovani di età compresa tra 11 e 17 anni, conduce una vita troppo sedentaria. Una cattiva abitudine che espone i giovani al rischio di sviluppare gravi malattie in età adulta (patologie cardiovascolari, diabete e cancro), nonché di veder crescere del 30% il rischio di morte prematura. Per arginare il fenomeno, che interessa anche gli adulti – con maggior prevalenza le donne e i Paesi industrializzati – l’Oms sta predisponendo un piano con l’obiettivo di ridurre il fenomeno, entro il 2025, almeno del 10%.

Come gli adolescenti, anche le donne a rischio

Secondo l’Oms le donne praticano meno attività fisica e sport rispetto agli uomini: nei paesi industrializzati, infatti, la percentuale degli adulti inattivi è del 26% tra i maschi e il 35% tra le donne. Per questo il gentil sesso è più esposto al rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, ma anche il diabete, per il quale sovente incorre in complicanze più gravi rispetto agli uomini. Eppure le donne di movimento ne praticano parecchio, sul posto di lavoro con stipendi più bassi degli uomini (del 23%, secondo l’Onu), ma anche in casa. Le faccende domestiche, infatti, sono svolte ancora oggi in modo prevalente dalle donne, su cui pesa anche la cura di anziani e disabili. Forse fanno meno movimento degli uomini, ma di certo non sono pigre.

Più movimento per star bene o per ritornare in salute

Se fare sport e attività fisica, secondo l’Oms, aiuta a mantenersi in salute, il movimento può servire anche a chi la salute l’ha persa, per riconquistarla. È il caso, per esempio, delle persone uscite dal coma dopo un grave incidente stradale o un ictus.Chi ha la fortuna di tornare alla vita quotidiana, può avere grandi benefici dall’attività fisica che oltre a stimolare muscoli e sistema cardiocircolatorio, aiuta anche a mantenere stabile il livello di umore e a tenere lontana la depressione, una patologia in forte crescita nei paesi industrializzati.

 

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