La scrittura creativa può cambiare il destino di chi la pratica. Ospite della libreria Ubik di Varese, sabato 10 marzo 2018, Fulvio Fiori, scrittore e saggista, agli amanti della lettura intervenuti all’evento ha svelato un segreto: come nascono i suoi libri e perché le parole scritte, a volte, posso essere anche terapeutiche.
Nei suoi ultimi due libri, “Curarsi con la scrittura” e “Le parole che fanno bene”, entrambi pubblicati da Tea, spiega infatti il potere della scrittura, perché le parole, dice Fiori, “possono essere come le medicine: curare e lenire anche le ferite più profonde”.
La scrittura, un piacere, ma anche una necessità
Cosa spinge una persona a cimentarsi con la scrittura? Il piacere o l’ambizione di diventare ricchi e famosi, oppure il bisogno di curarsi, perché, dice Fiori, citando “L’altrui mestiere” di Primo Levi, “sebbene siano nove i motivi sottesi alla scrittura, ce n’è uno, in particolare, in grado di attrarre più di altri. Curasi con la scrittura significa dare un nome alle emozioni, ma soprattutto trasformare la realtà, perché le parole e la scrittura creativa hanno potere sulla nostra vita.
L’alchimia della scrittura creativa
Fulvio Fiori non è nato scrittore. “Ho cominciato a scrivere quando avevo quindici anni”, racconta, “per esprimere la mia rabbia, la mia incapacità di comunicare con gli altri. Poi, ho iniziato a scrivere per il teatro e ho scoperto che questa pratica mi faceva bene“. Fiori ha così continuato a praticare quest’arte nel mondo della pubblicità, per giungere solo nell’età matura a comprendere la vera ragione della sua passione e il valore autentico delle parole. “Possono cambiare la realtà”, dice, “per questa ragione, bisogna sceglierle con cura”.
Un metodo teorico da mettere in pratica
Se davvero le parole possono curare, allora meglio sperimentarlo sul campo. Per questa ragione Fulvio Fiori nei suoi libri insegna come impratichirsi con l’arte della scrittura creativa. A Varese, alle persone intervenute all’evento presso la libreria Ubik, l’autore del libro “Le parole che fanno bene” ha proposto un esercizio pratico, una sorta di meditazione, attraverso le parole, per dimostrare che la scrittura, se usata bene, può persino cambiare il destino, nostro e di chi ci sta intorno.