Gli Stati Uniti sconsigliano di recarsi in Cina

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Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha pubblicato giovedì la versione aggiornata del “travel advisory” indirizzato a cittadini e imprenditori americani in Cina: il rischio legato a un viaggio nel grande paese orientale è stimato a livello 2, quello che suggerisce ai visitatori un'”accresciuta prudenza“, per via dell'”esercizio arbitrario delle leggi locali” da parte delle autorità di Pechino.

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La minaccia di un rientro bloccato

Il documento afferma che il governo cinese è pronto a utilizzare exit bans nei confronti dei cittadini americani in Cina che potrebbero impedire il rientro in patria, nei casi più estremi anche per anni. Si tratterebbe di una mossa strategica per forzare i cittadini americani a collaborare nelle indagini del governo di Pechino, costringere all’ingresso in Cina individui che risiedono in altri paesi e risolvere dispute di vario genere a favore della parte cinese.

I rischi per gli americani in Cina

Nello specifico, si parla di potenziali persecuzioni e minacce nei confronti dei cittadini degli Stati Uniti, cui in caso di arresto potrebbero essere negati i contatti con la propria ambasciata e potrebbero essere sottoposti a interrogatori prolungati se non a veri e propri periodi di detenzione per imprecisate “ragioni di sicurezza dello stato”. Disagi di particolare gravità sarebbero prevedibili per persone con la doppia cittadinanza americana e cinese e per i cittadini americani con origini cinesi.

Giochi di diplomazia tra Cina e Stati Uniti

Il giudizio tranciante emesso dal governo americano non è che l’ultimo capitolo dell’infinita storia del rapporto contrastato tra Stati Uniti e Cina, rispettivamente prima e seconda potenza economica mondiale. Si inserisce nelle travagliate vicende diplomatiche delle ultime settimane, segnate dal fermo di due cittadini canadesi in Cina con la motivazione che avrebbero messo a repentaglio la sicurezza nazionale.

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Un progetto più ampio di egemonia mondiale

Il documento di travel advisory conferma che lo scontro tra le due grandi potenze si è spostato sempre più sul campo del soft power: oltre alla più ovvia competizione a suon di risultati economici e produttivi, a contare è anche l’immagine e il potere di attrazione che Stati Uniti e Cina riescono a esercitare sui propri cittadini e sul mondo intero; e così i primi promuovono un’immagine autoritaria, illiberale e minacciosa della seconda. Ma numerosi esperti prevedono un’escalation di queste tensioni e il ritorno a temi più propriamente inerenti all’hard power: in particolare, una rinnovata attenzione agli armamenti militari.

 

di Marco Barbieri

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