Steven Wilson – Ridefinire il Progresso

Spread the love

1454555_855263561160574_9018956922483670931_nOpeth, Anathema, Pendulum, King Crimson, Jethro Tull e Yes. Questi sono solo alcuni dei nomi con cui Steven Wilson, storico fondatore dei Porcupine Tree, ha collaborato in oltre vent’anni di carriera, prima come produttore, poi come compositore. In occasione dell’uscita del suo quarto disco solista, Hand. Cannot. Erase.atteso per la metà di febbraio,  lo abbiamo intervistato, tentando di carpirgli qualche segreto sulla sua ultima fatica, aspettando di vederlo dal vivo a Milano e a Roma.

1. Con il precedente The Raven that Refused to Sing hai dimostrato come, a distanza di oltre quarant’anni dalla nascita del genere, sia ancora possibile incarnare e reinterpretare lo spirito del rock progressivo. Stilisticamente parlando, cosa dobbiamo aspettarci dal tuo nuovo disco? Un ritorno a sonorità più dure o un proseguimento della strada da poco intrapresa?

2. C’è stato qualche gruppo che ti ha influenzato o da cui hai preso spunto per comporre Hand. Cannot. Erase.?

3. Il cambio di etichetta dalla Roadrunner Records alla più piccola Kscope ha in qualche modo influenzato la produzione dei tuoi ultimi lavori?

4. Negli ultimi anni molti artisti, famosi e non, hanno optato per il crowdfunding come metodo di finanziamento per sfuggire dalla pressione delle case discografiche. Quali sono le tue opinioni al riguardo?

5. In passato siamo stati abituati a vederti suonare sui palchi dei festival più importanti del mondo, mentre da due anni a questa parte hai scelto di esibirti esclusivamente in teatro. A cosa è dovuta questa tua scelta?

6. Vi sarà qualche gruppo di supporto ad aprire le tue esibizioni durante il tour europeo?

7. Alla fine del tour, continuerai a dedicarti alla tua carriera solista o pensi di riprendere in mano l’attività con i Porcupine Tree?

 

Intervista a cura di Carlo Campanelli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *