La sclerosi multipla

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La sclerosi multipla è una malattia autoimmune cronica, descritta per la prima volta dal grande neurologo francese Jean-Martin Charcot nel 1868, la quale colpisce il sistema nervoso centrale causando un ampio spettro di segni e accidenti. I sintomi che si presentano con maggiore frequenza sono disturbi visivi, sensoriali, tattili e soprattutto stanchezza e perdita di forza muscolare che causa al malato disturbi nel svolgere normali attività. Il nome deriva dai danni e dalle perdite di mielina che che si riscontrano in più aree cerebrali, la cui grandezza è variabile. Il termine sclerosi prende il nome da questa demielinizzazione, che è la perdita della fibra nervosa che avvolge i neuroni; il risultato di questo degenero è la formazione di lesioni -il cui termine medico è placche- a spese del sistema nervoso centrale, le quali hanno la capacità di causare al soggetto affetto, da un’iniziale infiammazione, uno stadio di malattia cronica. 

Nella malattia le difese immunitarie del paziente attaccano e danneggiano cellule sane scambiandole per malate. Attualmente la ricerca medica tradizionale non è ancora riuscita a stabilire le cause della malattia, nonostante esistano filoni di ricerca alternativa con proprie teorie sull’origine del suddetto stato patologico, quali ad esempio la medicina psicosomatica. Al momento si sono stabiliti cinque possibili tipi di decorso clinico; la prima è definita sclerosi multipla benigna, che si caratterizza per l’esordio di sintomi così lievi che la disabilità è presto scongiurata. Il degente è in grado di recuperare completamente, poiché i sintomi si presentano spesso come leggeri disturbi visivi o sensoriali.  Parlando con il  dott. Elio Scarpini, primario di neurologia del Policlinico di Milano, si scopre che potrebbe essere proprio questa prima tipologia invalidante che affligge così tante persone, incoscienti che si possa trattare proprio di sclerosi multipla. La tipizzazione prevede poi il disturbo definito «a decorso recidivante- remittente», nel quale il soggetto affetto presenta periodi di episodi acuti di malattia alternati a periodi remissivi.

Esiste poi la sclerosi definita «secondariamente progressiva», nella quale i sintomi causano una disabilità durevole e progressiva. Gli studiosi sostengono che la sclerosi multipla «recidivante-remittente», nel 30/50% dei casi, sia in grado di incrementarsi e causare la disabilità prevista dalla terza tipologia. L’assenza di ricadute è prevista  nel 10% dei casi e viene definita invece «primariamente progressiva». L’alternativa più grave si presenta nei 5% dei casi ed è quella definita «a decorso progressivo con ricadute»: i pazienti sono affetti da episodi acuti di malattia che causano un’invalidità difficilmente recuperabile.

Il decorso a lungo termine nell’individuo affetto è difficilmente prevedibile con esami specifici, poiché appunto la causa malattia non è ancora conosciuta. Le terapie, nonostante il costo fisico ed economico, sono migliori rispetto al passato e permettono agli affetti di vivere in modo equiparabile ai cosiddetti individui sani, anche per quanto riguarda la durata della vita. Il dott. Elio Scarpini è inoltre dell’opinione che, se il soggetto si approcci in modo consapevole alla malattia, come ad esempio mantenendo uno stile di vita sano e regolato, possa scongiurare la possibilità di invalidità e vivere il contesto lavorativo e sociale in modo consueto.

 

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