Blubrake: la bicicletta del futuro è italiana

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Blubrake, startup milanese nata nel 2015, ha creato un nuovo sistema di freni per biciclette in grado di ottimizzare al massimo le possibilità che il mezzo offre, alla ricerca della frenata perfetta. L’idea potrebbe rivoluzionare il mondo del ciclismo, sia a livello amatoriale sia a livello professionistico.

Abbiamo parlato con Alessio Cota, ingegnere che lavora al progetto, per capire nel dettaglio come funziona questa nuova invenzione.

Cos’è Blubrake?

Blubrake è una startup nata nel 2015 da un’idea di Fabio Todeschini, giovane ingegnere del Politecnico di Milano che, a partire dal 2013, aveva già cominciato a lavorare al progetto. Poco più di un anno fa Blubrake si è resa indipendente, traslocando dal Politecnico a via San Martino 12, all’interno della struttura di Enovia (azienda che si occupa di Startup), in mezzo a una sorta di Silicon Valley in miniatura, nella quale convivono numerosi progetti, fra software e tecnologie ultramoderne.

L’idea

 Alessio Cota, uno dei membri di BluBrake, ci spiega che l’idea è nata prendendo spunto da un già esistente sistema usato in ambito motociclistico, chiamato feedback aptico. Blubrake ha deciso quindi di applicarlo in ambito ciclistico, dove il mercato sembrava ancora vergine poichè storicamente meno incline alle rivoluzioni tecnologiche.
Pinarello, celebre marchio di biciclette, ha iniziato una partnership con Blubrake per testare nella pratica l’idea, ma molti altri interessati si stanno facendo avanti per capire se sarà davvero questa la bicicletta del futuro.

Professionismo

Nel ciclismo moderno essere un corridore completo è molto importante. L’era dei campioni in grado di vincere andando bene soltanto a cronometro o in salita è finita: la discesa, nei tempi recenti, ha influito come non mai. Si ricordi l’episodio che ha cambiato le sorti dell’ultimo Giro d’Italia: la caduta di Kruiswjik in una delle ultime tappe, che ha di fatto consegnato la maglia rosa a Vincenzo Nibali.
Anche molte altre cadute tragiche hanno coinvolto ciclisti famosi, a causa di frenate inesatte o apparentemente impossibili. Si ricordi il volo di Geraint Thomas al Tour del 2015, finito contro un palo per schivare il francese Barguil.
Il nuovo sistema sfavorirebbe però chi in discesa va già forte di suo, e ci sono campioni diventati tali proprio grazie all’abilità nelle grandi pendenze e nelle curve strette.

NibaliCicloamatori
Per i cicloamatori questa invenzione potrebbe essere una vera svolta. Essendo meno interessante il fattore “velocità”, entra in campo la questione “sicurezza”: avere un suggerimento continuo sul modo in cui utilizzare i freni, per un ciclista non esperto, potrebbe risultare davvero utile, soprattutto in strade in cui l’asfalto è rovinato, o addirittura, assente.

 

In attesa dell’approvazione da parte dell’Uci (Unione Ciclistica Internazionale), Blubrake si avvia all’industrializzazione per avere un ruolo all’interno del mercato che conta. Vedremo se questa bicicletta del futuro arriverà lontano, a forza di pedalate, e si fermerà al momento giusto, per non cadere giù.

blubrake

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