Cresce esponenzialmente il numero di musicisti e cantautori che sfruttano il web come piattaforma di lancio per la loro espressione artistica. Sono giovani e giovanissimi che partono dalla rete per costruirsi un bacino d’utenza potenzialmente enorme, spesso nella speranza di venir considerati dalle case discografiche. Ma le case discografiche hanno interesse a rincorrere il web? E che interessi hanno i giovani musicisti a rincorrere le case discografiche? Che rapporto esiste quindi tra musicisti e web. ( vedi video )
Casi illustri nel mondo e in Italia
A dar forza al concetto di web come territorio di possibilità, vi sono musicisti che hanno raggiunto le vette delle classifiche partendo proprio dalla rete. Uno tra tutti Justin Bieber, seguito da Shawn Mendes, Lana del Rey, PSY e, arrivando all’Italia, Benji & Fede e i Ciuffi Rossi. Benji & Fede, i giovanissimi di Modena, hanno iniziato nel 2010 pubblicando cover su Youtube. Nel 2015 sono stati notati da un talent scout di Warner Music e hanno ottenuto il loro primo contratto discografico. I loro video hanno totalizzato decine di milioni di views.
Musicisti e web: nuova possibilità
Il web è la causa principale della moderna rivoluzione musicale: il fruitore può reperire oramai qualunque brano e ascoltarlo gratuitamente con la formula del peer to peer o semplicemente su una delle tante piattaforme di contenuto multimediale (Youtube, Dailymotion) pertanto il compact disk è un oggetto superato. Sulla rete nascono i nuovi musicisti poiché possono farsi conoscere spendendo pochi euro di sponsorizzazione oppure sfruttare il passaparola e le condivisioni. Resta però il problema della monetizzazione.
Il mercato della musica
Una buona fetta di mercato è ancora nelle mani delle case discografiche. Le grandi major hanno la forza economica necessaria per pilotare i gusti degli ascoltatori saturando le stazioni radio e le emittenti televisivi con massive azioni di marketing. Dal web sembra nascano soluzioni, come ad esempio Spotify o Apple Music. Questi servizi di streaming on demand sono ad oggi i re incontrastati della musica.
Gioco nuovo e regole vecchie
Grazie alle moderne piattaforme di streaming, il musicista può auto prodursi e auto distribuirsi: registrare l’album e caricarlo all’interno dei contenitori digitali. Il problema che ne scaturisce è sempre lo stesso cioè che le case discografiche hanno il potere di rendere indicizzabili gli autori perchè possono investire grandi somme nella sponsorizzazione, mentre gli artisti minori e liberi da vincoli contrattuali rimangono ai margini, introvabili. Si rinnovano digitalmente le piattaforme di fruizione ma gli interessi alla base restano invariati: le case discografiche inseguono i giovani talenti del web e questi ultimi cercano di essere notati per trasformare la passione in lavoro.
Musicisti e guadagni
Parlando di remunerazioni, le prime ad ingrassare sono le case discografiche, a loro spetta circa il 63% dei guadagni totali. Il 23% va alle compagnie di distribuzione di CD o di MP3 e quindi all’artista resta soltanto il 13% del totale che va poi spartito tra legali, manager e, nel caso delle band, altri musicisti. Il canale più redditizio resta l’esibizione live. Musicisti e web stanno in buon rapporto solo per quanto riguarda la visibilità, la remunerazione resta scarsa.
Musicisti e brand
Un’altra via di guadagno è il merchandising. Molti musicisti noti hanno prestato la loro immagine alla creazione di prodotti accessori. Il web in questi casi gioca un ruolo fondamentale nella diffusione pubblicitaria. Basti pensare che negli anni precedenti la rete i gadget si vendevano durante le performance live. Oggi basta un click e non è necessario andare ai concerti per acquistare. Chiaro che il discorso di brand riguarda soltanto gli artisti che hanno già raggiunto un folto pubblico, per gli emergenti è poco redditizio.
Le parole di Antonio Ferrari
Antonio Ferrari, giovane cantautore piacentino, ha recentemente vinto il primo premio al festival musicale di Ghedi, ottenendo così un contratto discografico per Warner Music. Ha spiegato, ai nostri microfoni, cosa rappresenta, per lui, il rapporto tra musicisti e web. Anche lui, come tantissimi altri, è partito dal web per approdare nel mondo discografico.