Universitarie, strip tease fai da te

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Sempre più giovani studentesse si spogliano in web cam sui siti a luci rosse. Molte lo fanno da casa, utilizzando il proprio pc, al fine di guadagnare per mantenersi agli studi. Mentre la Corte di Cassazione ha definito questo comportamento come un reato equiparabile alla prostituzione, Milano vince la palma d’oro per numero di visualizzazioni al sito porno Youporn. Un record al quale ha contribuito proprio l’aumento delle web cam girls, vero e proprio business che divide l’opinione pubblica. 

di Davide Lo Schiavo

Cosa ne pensano i milanesi? Guarda la vox :

Dai 20 ai 30 euro ogni 5 minuti di spettacolo. Fare la web cam girl è un business succulento. Se poi si pensa che  con dieci spettacoli, circa 50 minuti di lavoro, si portano a casa 200 o 300 euro al giorno, verrebbe da chiedersi se non è una follia tenersi ancora i vestiti addosso. Sui siti a luci rosse oggi impazzano i collegamenti alle signorine che si spogliano a pagamento. Molte di loro sono ragazze che ancora studiano e usano i siti di video sharing come vera opportunità di lavoro organizzando strip tease dalle proprie camere e trasmettendoli on line per un pubblico pagante.  Il burlesque casalingo crea un giro d’affari milionario, che arriva a coinvolgere un’ampia fascia di donne tra i 18 e 30 anni.

La Cassazione è intervenuta sull’argomento nella sentenza n.37188/10 della terza sezione penale stabilendo che : “le prestazioni sessuali eseguite in videoconferenza in modo da consentire al fruitore delle stesse di interagire in via diretta ed immediata con chi esegue la prestazione, con la possibilità di richiedere il compimento di atti sessuali determinati assume il valore di atto di prostituzione e configura il reato di sfruttamento della prostituzione a carico di coloro che abbiano reclutato gli esecutori delle prestazioni o ne abbiano consentito lo svolgimento creando i necessari collegamenti via internet o ne abbiano tratto guadagno”.

Sull’onda della diffusione del virtual sex, Milano è diventata la città che più di tutte si è appassionata ai filmini hard. I dati emessi dal sito americano Youporn, sulla base delle visualizzazioni ottenute nel 2012, parlano chiaro:  Milano e Roma le prime due città al mondo, seguono Parigi e Berlino.  Molte delle visualizzazioni sono dovute  agli spogliarelli video a pagamento.  Lo spettacolo erotico “self made” offre in più la possibilità di mantenere l’anonimato nel pubblico, e ciò contribuisce ad aumentare il numero di voyeur liberi di consumare questi spettacoli comodamente tra le mura domestiche.  

Quando le ragazze si iscrivono, viene loro chiesto un video di presentazione che costituirà la loro vetrina per essere scelte da un possibile cliente. Il sistema dei guadagni è a crediti: un maggior numero di crediti assicura un più alto guadagno. Più tempo si riesce a tenere un cliente collegato, più crediti si mettono da parte per poi riscattarli in denaro.
Per legge i siti che organizzano spogliarelli in rete sono perseguibili come sfruttamento della prostituzione e così le ragazze spogliarelliste sono passibili di denuncia per motivi affini.

E’ indubbio che molte delle insospettabili studentesse abbiano  trovato in questo lavoro una via di guadagno per un’esigenza molto concreta, come quella di pagare la retta universitaria. Ma rimane il sospetto che questo fenomeno sia solo la punta dell’iceberg che potrebbe nascondere un mercato della prostituzione ben più ampio e radicato, che potrebbe avere iniziato a sfruttare anche il mondo dei video di spogliarelli on line.

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