Parata nera

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La manifestazione per Sergio Ramelli, come ogni anno, cade proprio a pochi giorni dalle celebrazione del 25 aprile. Un corteo che riunisce le sigle milanesi dell’estrema destra per commemorare il loro camerata. Sergio Ramelli, studente 18enne del Fronte della Gioventù, fu infatti ucciso a colpi di chiavi inglese il 29 aprile 1975 da esponenti di Avanguardia Operaia. Da allora sono passati 39 anni e l’episodio viene commemorato ogni anno nella Zona 3 di Milano, sollevando il solito vespaio di polemiche.

 

Qual è il problema? Ovviamente non il fatto che venga commemorato un ragazzo ucciso in un modo così atroce, ma il fatto che la cosa si trasformi in un pretesto per inscenare una manifestazione a base di inni fascisti, croci celtiche e saluti romani in una città che è medaglia d’oro per la Resistenza. La cosa è stata portata in questi termini anche dal sindaco Pisapia arrivato nel pomeriggio ai giardini Ramelli: “Una commemorazione giusta e doverosa. È altrettanto giusto e doveroso opporsi alla bieca strumentalizzazione di questo tragico evento attraverso la parata nazi-fascista che da anni deturpa la nostra città. Mi auguro vivamente che le autorità competenti facciano tutto quanto possibile per evitare questa grave offesa a Milano”.

La questura di Milano ha autorizzato il corteo, ma ha vietato le bandiere con le croci celtiche con l’intento di tenere sotto tono i simboli più forti ed espliciti nel corteo come la marcia a rullo di tamburi e il saluto fascista sotto casa di Ramelli. Il comitato organizzatore non l’ha presa bene: “Nessuno potrà toglierci l’onore di sfilare in memoria dei camerati caduti, inquadrati ed ordinati, al ritmo dei tamburi, dietro le nostre bandiere, per arrivare a volgere l’unico saluto degno a chi è caduto per l’Idea!” Il comitato organizzatore del Corteo Unitario ricorda in questa occasione oltre a Sergio Ramelli anche Enrico Pedenovi, camerata caduto negli anni di piombo e Carlo Borsani,  un militare decorato con la Medaglia al valore militare dopo che, avendo aderito alla Repubblica Sociale italiana, venne ucciso da partigiani al termine della seconda guerra mondiali.Il comitato dichiara inoltre che ” non consegnerà al futuro la memoria di un corteo privato dell’identità che da sempre ispira e muove gli animi dei suoi partecipanti ed il ricordo dei caduti che vi si commemorano”.

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