Strage a Tunisi: “Pinuccia amava viaggiare”

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Tra i 4 morti di origine italiana scomparsi nell’attentato al museo del Bardo a Tunisi c’è la signora Giuseppina. Dalle parole di sconforto di chi le era vicino emerge il ritratto di una donna dolce, fragile, che da poco aveva ritrovato la voglia di vivere dopo la tragica perdita della figlia. Ce la descrive la sua vicina di casa, Marsela Koci, che da anni la conosceva e a cui la signora “Pinuccia” si era confidata prima di  partire:
“Ho scoperto solo tramite la televisione cosa le era successo” ci racconta sconvolta. “Amavano viaggiare, questo viaggio in crociera significava molto per loro, erano finalmente felici. Sono sempre stati aperti verso il prossimo senza nessun pregiudizio. Ve lo dico io che sono albanese.”
Anche l’amica Dorina Faraon la ricorda commossa: “Aveva pianificato la crociera da tanto tempo e l’aveva rimandata due volte, forse era un segno. Prima di salire sulla nave mi ha detto che si sentiva più sicura in crociera, visto il momento. Ha avuto anni difficili da quando sua figlia è morta, stava tornando a sorridere solo adesso”.

Due terroristi legati all’Isis irrompono nel teatro del Bardo a Tunisi
Ammonta a 24 morti e 50 feriti il bilancio totale dell’attentato avvenuto il 18/03/2015 a Tunisi.

I terroristi hanno scelto il Teatro del Bardo per compiere il loro folle gesto.
All’interno si trovavano numerosi turisti, mentre altri erano appena scesi dall’autobus organizzato dalla nave da crociera “MSC Splendida”, quando gli attentatori hanno scoppiato i primi colpi.
Si tratta di due terroristi tunisini armati di kalashnikov: all’inizio hanno sparato sui turisti che si trovavano per strada, in procinto di entrare (nel Teatro). Dopodichè hanno fatto irruzione sparando all’impazzata e colpendo chiunque avesse la sfortuna di trovarsi sulla loro strada.
Sono rimasti asserragliati per più di due ore dopo aver preso in ostaggio decine di persone.
Solo un blitz delle forze di sicurezza è riuscito a metter fine all’assedio, conclusosi con la morte dei terroristi,  identificati come Yassine Laâbidi e Hatem Khachnaoui.
Secondo le ultime ricostruzioni i due avevano tentato di assalire il parlamento, dove in quel momento, ironia della sorte, si stava discutendo una legge antiterrorismo, ma essendo stati respinti avrebbero ripiegato sul museo. L’atto terroristico è stato subito rivendicato dall’Isis. Quattro sono i morti di origine italiana.
L’Italia si stringe nel dolore per le 4 perdite
Le vittime italiane sono quattro, cui si aggiungono cinque feriti. Diverse le testimonianze dei superstiti.
Massimo Zanarin, uno dei passeggeri di Costa Fascinosa rimasto coinvolto nell’attentato, ha dichiarato: “Ero appena sceso dal pullman 27 quando ho sentito i primi colpi di mitra. La signora dietro di me è morta con un colpo nel collo e io, con la mia guida, sono scappato dentro il museo inseguito dai terroristi che sparavano in continuazione. Siamo scappati mentre ci inseguivano sparando, ho sentito l’esplosione di una granata e ci siamo salvati sfondando una porta e trovandoci di fronte all’ingresso della Camera dei deputati tunisina e di un posto di polizia”.
“Noi non siamo scesi perché mio figlio di 11 anni, che si era documentato su internet, aveva paura dell’Isis”. Lo ha detto Francesco Rufino, appena sceso da Costa Fascinosa.
Non ce l’ha fatta invece Francesco Caldara, il pensionato novarese ferito nell’attentato di Tunisi. È lui uno dei quattro italiani morti. La moglie, Sonia Reddi, è stata operata ed è sedata, ma non è in pericolo di vita. Entrambi erano a bordo della Costa Fascinosa. La coppia era in viaggio per festeggiare il compleanno della donna.
Ci sono anche due torinesi, Orazio Conte e Antonella Sesino, tra le vittime italiane dell’attentato di Tunisi.

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