Alla sala Treno Blu del teatro Franco Parenti va in scena L’Age Mur Nie, (L’età matura negata) spettacolo basato sulle Lettere di Camille Claudel. Per la regia di Paolo Bignamini, dal 10 al 14 marzo, Federica D’Angelo interpreta la scultrice francese, sorella del celebre Paul, dalla sua reclusione in un ospedale psichiatrico fino alla morte.
La storia – Camille Claudel, sorella del celebre scrittore Paul, è scultrice e amante di August Rodin. I due artisti si sono conosciuti all’Accademia d’arte Colarossi dove Camille, diciottenne, è allieva: ben presto il loro rapporto di lavoro diventa sempre più assiduo e tra di loro nasce l’amore. La loro relazione è però molto travagliata: Rodin ha già un legame con Rose Beuret, dalla quale ha avuto un figlio. Lo scultore francese decide così di interrompere la relazione ma il comportamento di Claudel è tutt’altro che rassegnato. Infatti Rodin, come ultima spiaggia, decide di far passare per matta la sua ex amante e la fa rinchiudere nell’ospedale psichiatrico di Ville-Evrard. Nonostante questa violenza continua a passarle soldi e le commissiona un’opera, intitolata appunto L’age Mur
Lo spettacolo – Da uno studio teatrale ha debuttato nel 2013 nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, a Milano, circondata della opere della mostra Rodin. L’Âge mûr nié è l’evoluzione di quello studio: in scena, Federica D’Angelo affronta un corpo a corpo con le parole delle lettere della scultrice, un dramma che si tinge di aspirazione, sfrontatezza, passione, dolore. Medusa che pietrifica con lo sguardo, sospesa tra i ricordi, la nostra Camille vaga tra le luci del suo passato e chiama in causa il pubblico.
La violenza sulle donne – L’intenzione del regista è quella di responsabilizzare gli spettatori “per questo ho chiesto a Federica di fare un passo indietro, affinché da singolare la storia assumesse un carattere generale”. Nel nostro Paese, secondo le statistiche Eures, avviene un femminicidio ogni due giorni, dei quali la maggior parte in ambito familiare: è necessario quindi che il problema venga affrontato, anche al di fuori delle sedi istituzionali, affinché il teatro si riappropri della sua funzione educativa.
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