L’attacco hacker
4 gennaio 2019, la Germania inaugura il nuovo anno subendo il più grave attacco hacker della sua storia. L’emittente radiofonica RBB, per prima, ha annunciato la notizia. Milioni di dati personali inclusi numeri di cellulari, informazioni sulle carte di credito, email private, contenuti di chat, indirizzi, fotografie, documenti scritti e fatture appartenenti a centinaia di politici tedeschi, tra cui la Cancelliera federale Angela Merkel e il presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier, sono stati rubati e diffusi poi a puntate online dall’account Twitter G0d con base ad Amburgo seguito, a detta del giornalista Michael Götschenberg, da 17 mila persone.
Colpevoli senza nome
Deputati del Bundestag (Cdu-Csu, Spd, Linke, Fdp e Verdi soprattutto), esponenti dei parlamenti regionali e dei partiti comunali: i dati sono sconcertanti. Infatti, tralasciando personaggi dello spettacolo, musicisti e giornalisti a cui è toccata la medesima sorte, il quotidiano Bild-Zeitung ha informato che sono state 405 le persone rimaste vittime del gigantesco cyberattacco che sembra non aver voluto risparmiare nessuno. Quasi nessuno, a dire il vero, visto che l’elemento curioso della vicenda è che l’unico partito a non essere stato toccato è quello di estrema destra Alternativa per la Germania (Afd).
Un attacco hacker preparato e iniziato da tempo: tutto incominciò a dicembre 2018 con la pubblicazione di dati personali di LeFloid, una star di YouTube e del rapper Sido, icona di parte del panorama underground berlinese. La violazione dei dati è stata rivelata, indirettamente, dall’ex presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. Infatti è stato un suo collaboratore ad avvertire, giovedì, le autorità dopo le numerose telefonate anonime ricevute dall’esponente socialdemocratico sul suo numero di casa, fino a quel momento mai reso pubblico. Le forze dell’ordine hanno quindi iniziato a indagare mentre tempestivamente veniva avvertito anche il Parlamento tedesco dell’accaduto. Tutto nascosto al grandissimo pubblico, finché la RBB, appunto, non ha svelato il doloroso dietro le quinte. L’unica cosa a non essere ancora scoperta è il nome dei colpevoli che rimangono ancora senza nome e non si sa se l’attacco hacker sia stato esterno, magari da parte di russi, oppure interno.
Significato e conseguenze
Seppur non siano state diffuse informazioni che possano mettere in difficoltà la situazione politica tedesca e nonostante sia stato eliminato l’account twitter, la portavoce del governo Martina Fietz ha spiegato come si stia “prendendo molto sul serio quanto accaduto” e la Germania è entrata in uno stato di allerta permanente. La ministra di Giustizia tedesca Katarina Barley ha detto che si tratta di un “attacco grave” e che i responsabili “vogliono danneggiare la fiducia nella nostra democrazia e nelle nostre istituzioni”.
Oltre a verificare se, tra le molte informazioni fatte circolare ce ne siano alcune oltretutto false, l’obbiettivo primario ora è comprendere di chi sia la responsabilità, se cioè il sistema informatico del Bundestock contenga una falla al suo interno o, peggio, se tra le istituzioni sia presente una talpa.
Gianmaria Lupo Cerutti