Sharing mobility: molti utenti, ma il bilancio?

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Il 23 novembre Roma ha ospitato il primo forum nazionale della Sharing Mobility: la mobilità condivisa. Cresce il numero di italiani che utilizzano questi servizi, come crescono anche gli investimenti da parte degli operatori. Ma tra furti, danneggiamenti e manutenzione è davvero sostenibile, nel nostro paese, mantenere in attivo un servizio di questo genere?

sharing mobility

Situazione attuale.

Nato da un’iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, questo nuovo forum nazionale della Sharing Mobility ha fatto il punto sulla situazione della mobilità condivisa in Italia e ha presentato il Primo Rapporto Nazionale sulla sharing mobility. La conferenza ha evidenziato il vero e proprio boom di cui è stata protagonista la sharing mobility negli ultimi anni: per quanto riguarda il car sharing (automobili condivise), il servizio conta ormai 700.000 italiani iscritti. Così i diversi operatori di sharing mobility continuano ad investire in particolare sul numero dei mezzi e sulla loro manutenzione. Oggi, in tutta Italia, sono oltre 13.000 le biciclette offerte in bike sharing in 200 Comuni e 5.764 auto le auto in car sharing.
Il punto di svolta nella sharing mobility è avvenuto nel 2013, con l’ingresso nel mercato di grandi operatori come Car2go ed Enjoy perché consentono al cliente di posteggiare il veicolo in un qualsiasi parcheggio pubblico, senza dover pagare per esso. Una novità che ha spinto molti italiani a sperimentare questo servizio.

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Car Sharing

Truffe e furti: la sharing mobility è in attivo?

I dati sull’utilizzo e sugli investimenti in ambito di sharing mobility sono quindi positivi, ma non si può negare che tanti sono i casi di truffe e furti ai danni degli operatori dei servizi. Il 14 dicembre sono stati arrestati tre uomini che nel giro di sei mesi hanno rubato oltre 100 vetture del servizio di car sharing Enjoy, per un danno economico all’azienda di oltre un milione e mezzo di euro. Frequenti sono anche i casi di furti delle biciclette pubbliche, che vengono ridipinte in modo da non essere riconoscibili.
E’ quindi sostenibile, nel nostro paese, mantenere in attivo un servizio di questo genere? La risposta, almeno per il momento, è no. Nessuna società di car sharing in Italia ha oggi i conti in attivo. Bisogna però considerare che come ogni modello di business innovativo la sharing mobility ha bisogno di tempo per diventare economicamente sostenibile, visto che solo da pochi anni gli operatori sono entrati nel mercato italiano. Le società infatti in Italia diminuiscono sempre di più le perdite. In USA, dove la sharing mobility è un fenomeno consolidato da tempo, i bilanci sono estremamente positivi.
Chi guadagna economicamente dalla sharing mobility sono invece i comuni: quelli di Milano e Roma incassano, attraverso il bando, 1.200 euro l’anno per ogni auto in car sharing sul loro territorio.

Sharing mobility: perché?

Cosa spinge così tanti italiani ad avvalersi sempre più della mobilità condivisa come principale strumento negli spostamenti cittadini? Il primo punto riguarda sicuramente i costi: mantenere un’automobile privata comporta costi fissi (acquisto del mezzo, assicurazione, bollo…) e costi variabili, come manutenzione e carburante. L’utilizzo del car sharing ha tariffe basate sul minutaggio del possesso dell’autovettura. Dai 25 ai 35 centesimi al minuto. Inoltre la possibilità di poter depositare l’auto, al termine dell’utilizzo, in qualunque parcheggio pubblico senza dover pagare il costo del posteggio è un altro elemento che attrae molti clienti.
La possibilità di muoversi facilmente nelle città molto trafficate è un grosso incentivo invece all’utilizzo del bike sharing.

Sharing Mobility a Milano.

Dal forum nazionale emerge che per il contesto italiano, Milano è decisamente un caso virtuoso. Per quanto riguarda la sharing mobility è al pari delle più grandi capitali europee. Considerando che quasi il 30% degli abitanti del capoluogo lombardo non possiede l’automobile, i servizi di bike sharing e car sharing sono notevolmente utilizzati: circa 370.000 utenti solo a Milano. Infatti è corposo il numero degli studenti universitari fuori sede che si avvalgono di questi mezzi, così come è molto utilizzato anche dai diversi pendolari che lavorano nel capoluogo lombardo.

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Bike sharing

Inquinamento atmosferico.

La sharing mobility può anche essere uno strumento utile alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e del traffico cittadino. Oltre al fatto che le automobili del servizio di car sharing hanno un basso impatto ambientale, l’aspetto più importante da considerare è che, almeno teoricamente, le autovetture in condivisione permettono la diminuzione di quelle private: a Milano, si stima che ogni veicolo in car-sharing sia in grado di sostituire otto automobili private.

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