Haiti, il Risveglio del Turismo

di Daria Galvez Molteni

Sono passati 5 anni dal violento terremoto ad Haiti costato la vita a 500.000 persone, una ferita ancora aperta e non esiste isolano che non ricordi questo triste evento come se fosse ieri. Ci sono stati più di 500 paesi che hanno collaborato economicamente aiutando a costruire nuove case, ospedali e scuole. L’iniziativa umanitaria ha coinvolto 3 milioni di persone, una spinta grazie alla quale l’isola haitiana si è potuta rialzare e guardare al futuro. Ma i problemi irrisolti restano ancora molti. Poi c’è Labadee, una piccola spiaggia protetta da una cancellata dove i turisti, sbarcati dalle grandi navi da crociera, prendono il sole e si gustano un buon cocktail dimenticandosi che a pochi chilometri di distanza ci sono persone che lavorano e lottano ogni giorno per la sopravvivenza.

Uno schiaffo alla povertà o un’altra piccola spinta per aiutare l’isola?

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La Barbie sgualdrina viste burka

Da domani nessuna bimba iraniana troverà nei negozi di giocattoli la bambola più riconosciuta internazionalmente: La Barbie.
Il motivo è chiaro. Bionda, occhi blu, trucco visibile e vestiti esplicitamente corti. Quindi il paese ha ordinato alla loro Polizia Morale da ritirare l’icona preferito della Mattel di tutti i negozi del territorio perché è un rischioso giocattolo che mette in pericolo gli alti valori puri islamici.

Già in 1996, s’intuiva che la scatola non veniva solo con una bambola se no con conseguenze culturali e sociali danneggianti ma fino il 2002 non inziaro a vedere il giocattolo come una immagine che poteva promuovere il desidero di un cambio di vestiti o mentalità per parte della donna islamica.

Apparentava un modello di donna sporco per loro: festaiola, alcolica, sessualmente aperta e indipendente. Questo stile (eccessivo e ingiustamente generalizzato) è supposto una ovvia contraddizione dei principi e regole a seguire della donna che risedeva sotto un burka. Poteva diventare una minaccia e creare polemica.

 

mariel_clayton_barbiePer quello che per evitare turbazioni nel campo femminile, gli alti carichi del paesi hanno negoziato con la Mattel un nuovo modello di bambola più fedele a una vera donna islamica.Questa azione mostra quanto manca ancora per stabilire una uguaglianza tra donne di qualsiasi paese.

Se andiamo a chiedere a qualche bimba d’Iran capiremo subito la forte influenza religiosa che determina la sua crescita.
Era d’aspettare che la Mattel per evitare conflitti a livelli internazionali abbia accettato subito già che a la fine, come impresa di giocattoli tifa per i bimbi e non per pregiudizi religiosi o culturali.
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Una ricente intervista con l’attuale presidente Michael deMorle mostra quanto è predisposto a questo nuovo proietto – Senza dubbi era ora di mostrare diversi tipi di donna, questo mondo non ha un unico modello femminile, per cioè era giusto disegnare con fedeltà una nuova bambola. Serebbe interesante pure fare un modello orientale più avanti visto che il peso religioso è meno-.
Un studio fatto giorni fa mostra che il 70% delle bimbe tra 5-12 anni preferiscono la nuova bambola per si similitudine. Mostrando questo dato la felicità delle nuove generazioni al ottenere un giocatolo che ripresenti loro stesse e no un esemplare di donna irreale e ambiguo.