Sopravvive ai Lager con il calcio

E’ la storia di Ferdinando Valletti, operaio dell’Alfa Romeo e calciatore del Milan, che nel marzo del 1944 venne arrestato e successivamente deportato nei campi di sterminio tedeschi.  

VALLETTI GIUSTA

Nel marzo del 1944 gli operai dell’Alfa Romeo del Portello di Milano diedero vita ad uno sciopero contro il regime nazi-fascista che pagarono con l’arresto e la conseguente deportazione nei campi di sterminio. Tra questi c’era Ferdinando Valletti, all’epoca calciatore del Milan, che trascorse un anno nei Lager di Mauthausen e Gusen dai quali tornò vivo.

LA STORIA DI FERDINANDO VALLETTI – Era il marzo del 1944 quando diversi operai dell’Alfa Romeo del Portello di Milano, furono arrestati e successivamente deportati nei campi di concentramento tedeschi a fronte della loro resistenza al regime. Tra questi c’era Ferdinando Valletti, calciatore del Milan (squadra con cui ha giocato nelle stagioni 1942/1943,1943/1944) al quale non fu perdonato di aver distribuito volantini per conto del movimento operaio in agitazione. Fu prelevato e trasportato prima nel campo di concentramento di Mauthausen, poi in quello di Gusen dove si ridurrà a pesare appena 40 chili. Nonostante le condizioni di vita all’interno dei Lager fossero estreme, Valletti si salvò e ci riuscì grazie al calcio. Le milizie di vigilanza nazista organizzavano spesso partite di pallone tra soldati e a volte anche con prigionieri. Proprio in una di queste occasioni, il lavoratore dell’Alfa ebbe l’opportunità di sostituire un giocatore della formazione delle SS e, grazie alla sua prestazione, si guadagnò così la possibilità di lavorare come addetto alla distribuzione di bucce di patate ai prigionieri del campo. Ferdinando Valletti, una volta tornato a casa, ha continuato a lavorare al Portello ed è morto a Milano nel 2007 dopo una lunga malattia.

L’INIZIATIVA – La zona del Portello di Milano (una volta sede dello stabilimento cittadino dell’Alfa Romeo) diventerà un luogo della memoria e sarà dedicato agli operai (tra cui Ferdinando Valletti) della nota casa automobilistica italiana che durante la II Guerra Mondiale vennero deportati nei campi di sterminio nazisti a seguito del loro impegno sindacale contro le restrizioni imposte dal regime. Lo Spi (Sindacato Pensionati Italiani) con l’appoggio dell’Anpi, ha portato avanti un progetto, chiamato ‘Percorso alla memoria del lavoro’, che è stato avallato dal Comune ed è tuttora in fase di realizzazione.

Nei lager per aver scioperato

Il comune di Milano ricorda gli operai dell’Alfa deportati nel 1944

http://youtu.be/85wGhHqhbDI

Era il 1 marzo del 1944 e gli operai del nord, stanchi e provati dalla guerra, indissero uno sciopero generale di protesta contro il regime fascista. Mentre era in corso l’offensiva tedesco-fascista contro le formazioni partigiane, il Comitato di agitazione del Piemonte, Lombardia e Liguria aveva proclamò lo sciopero generale in tutta l’Italia occupata. Migliaia di lavoratori delle fabbriche del triangolo industriale scesero in piazza, forti della ritirata fascista, per rivendicare i propri diritti e il proprio disappunto. Nei giorni che seguirono la mobilitazione, centinaia di scioperanti vennero arrestati dalle SS e dalla polizia fascista, reclusi e, alcuni di loro, deportati presso i campi di concentramento nazisti di Germania e Polonia. Tra questi una quarantina di operai dell’Alfa Romeo, azienda automobilistica simbolo di Milano e del Portello, deportati a Mauthausen/Gusen. Soltanto cinque di loro riuscirono a ritornare a casa.

Milano sta cambiando la sua fisionomia ma vuole ricordare quegli operai che nel marzo 1944 pagarono con la vita il proprio impegno sindacale. Il Portello non vuole dimenticare. Lo SPI/CGIL, Sindacato Pensionati Italiani, infatti, ha proposto al Comune di Milano l’intitolazione di alcune vie che compongono il nuovo complesso residenziale e commerciale sorto negli ultimi anni al posto della fabbrica, alla memoria di persone, luoghi e momenti storici determinanti per il Portello. La proposta prevede, inoltre, la creazione di un “Percorso del Lavoro”, attraverso il posizionamento di insegne e ceppi che permettano di ripercorrere la storia dei luoghi e dei fatti, e il posizionamento del monumento “L’uomo Libero” ideato dall’artista scultore milanese Mario Robaudi in cima alla nuova “collina verde”del Portello Nord.

Il ’44 e gli operai alfisti deportati

http://www.youtube.com/watch?v=l5Vli8jsSKI

Lo SPI di Portello e il Comune di Milano ricordano gli operai alfisti che, nel 1944, furono deportati nei campi di sterminio nazisti a causa degli scioperi e delle rivolte scoppiate in tutta l’Italia del Nord.

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