INFLUENCER MARKETING – IL LAVORO 2.0?

L’influencer marketing è la strategia pubblicitaria del 2017. Solo quest’anno su Instagram sono stati investiti più di un miliardo di dollari in collaborazioni pubblicitarie, destinate ad un pubblico mirato grazie ad uno strumento intelligente: la figura dell’influencer. Come funziona questo potente ma delicato ruolo? Abbiamo chiesto un’opinione all’influencer di Instagram Marco Montefusco.

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SOCIAL OGGI – LA DOPPIA VITA

In un mondo sempre più interconnesso, i social stanno influenzando inevitabilmente il nostro modo di vivere, prendendoci tempo ed attenzione. La curiosità, il desiderio di condividere e di socializzare, sono solo alcuni fattori che spingono l’utente a volersi connettere. E chi non è iscritto è “fuori dal mondo”. Cosa ne pensa la gente dei social? In particolare quali sono gli aspetti positivi e quali quelli negativi di questa enorme diffusione?

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Killer Kiccen Production: quando l’evento è Arte

Milano, Via Pestalozzi n. 10. In uno spazioso Loft di 500mq sorge Killer Kiccen, dove gli eventi assumono una dimensione fortemente artistica. Qui Lucky Strike, Red Bull e uomini d’affari in doppio petto hanno vissuto l’esperienza unica di costruire eventi e convention  ricchi di opere d’arte: dalla street art, all’arte moderna, con elementi pittorici e scultorei di grande valore. Una location che rende possibile fruire l’arte di oggi e di ieri all’interno di un contesto dal quale era sempre stata esclusa, gustando prelibatezze di ogni genere.

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Radio Popolare. La radio che resiste.

Con il nuovo secolo Internet ha ampliato le modalità di fruizione dei contenuti sonori. Le web radio, emittenti che trasmettono in forma digitale, sono ormai una realtà consolidata nel nostro scenario mediatico.
 Pur presentando grandi vantaggi, le web radio non sono andate a sostituire completamente la vecchia tecnologia della trasmissione in FM. Seppure con molti sforzi, resiste ancora una radio che si definisce libera e indipendente: Radio Popolare.

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Cultura fai-da-te a Milano

Mesopotamia: quando l’ufficio diventa un simposio sull’arte contemporanea

A Milano c’è chi la cultura se la fa da sé, tra le mura del proprio studio. Si chiama  Mesopotamia ed è un’idea di due giovani professionisti della comunicazione, Alessandro Nassiri Tabibzadeh, fotografo e videomaker, e Matteo Zarbo, esperto di grafica. Mesopotamia perché si trova nella terra di mezzo: quella tra i due Navigli. E quella tra studio privato e, una volta al mese, laboratorio d’arte aperto al pubblico, dove incontrare artisti ed esperti del settore.

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Mesopotamia milanese

La doppia vita di un ricercato studio di comunicazione meneghino che si trasforma in conviviale ritrovo per appassionati e professionisti dell’Arte

E’ un piccolo e curato angolo della Milano di una volta quello che accoglie, fra i due navigli meneghini, i visitatori giunti alla ricerca di Mesopotamia, un semplice ufficio di cinque professionisti della comunicazione che, con cadenza mansile, da poco meno di un anno, per eventi specifici, alla presenza di ospiti d’eccezione, prende la forma di un ritrovo conviviale per quanti siano interessati alle ultime novità dell’arte contemporanea.

Molteplici gli appuntamenti che si sono susseguiti nel corso della breve vita di questo spazio giovane e innovativo, ognuno che propone uno sguardo specifico sul complesso panorama dell’arte dei nostri giorni e su i suoi protagonisti: da Anna de Manincor e Martina Angelotti con le loro video-indagini sulle metropoli contemporanee a Cristina Baldacci e Marcella Vanzo e i loro dialoghi su arte e critica, fino all’ultimo evento realizzato in questi spazi, ovvero la discussione con Roberto Pinto sull’utilità della scrittura, dall’irriverente titolo di “A cosa serve scrivere?”

Ma qual’è il fulcro di quest’originale iniziativa, e quali i suoi obiettivi?
Ce lo spiega con semplicità Alessandro Nassiri Tabibzabeh, co-fondatore assieme a Matteo Zarbo di questo esperimento, quando ci illustra che “è un momento di approfondimento sull’arte contemporanea, ed è prevalentemente uno spazio temporaneo“, mentre il suo collega punta il dito sulla curiosità come motore principale che ha spinto i due creativi a cimentarsi in quest’impresa: “Volevamo avere un luogo dove poter ospitare artisti, dei curatori, degli storici, degli esperti d’arte che parlassero di quello che sta succedendo.