Il viaggio delle bottiglie vuote

1001004011422059Il viaggio delle bottiglie vuote
(Iperborea, 2001)

Edizione originale: De reis van de lege flessen (De Geus, 1997, 156 pp.)

Riassunto

Bolfazl, il protagonista, è un profugo iraniano che ha trovato rifugio con la moglie in Olanda. Il nuovo paese si rivela un universo strano e imprevedibile, con usi e costumi diversi, spesso incomprensibile. È una realtà così diversa da quella che ha vissuto finora che può essere pensata e capita solo man mano che si impara la nuova lingua che la esprime. Nel suo cammino è aiutato dal vicino di casa René, un ex artista, sposato e con una figlia, con il quale instaura ben presto un rapporto intenso e che scopre di essere omosessuale. La loro amicizia è il primo passo per superare la solitudine e il disorientamento. Dopo la scomparsa improvvisa di René, verrà a vivergli accanto Jacobus, un individuo tanto originale quanto scorbutico, che passa il tempo a captare le voci di sconosciuti nell’etere e trascura la moglie messicana. Bolfazl instaura un’amicizia profonda con la moglie di Jocobus, la quale riuscirà a trovare nel vicino del marito una persona con la quale parlare per raccontare i suoi problemi, i suoi dubbi e le sue paure. Tra un lavoretto precario e l’altro Bolfazl diventa ben presto il silenzioso testimone delle vite altrui, che osserva tutto senza mai giudicare, deduce dai fatti i sentimenti più profondi. Si sente isolato e lontano anche dalla moglie e il figlio, pur avendoli accanto. E per sfuggire al dolore comincia con la memoria un viaggio a ritroso vero la sua lontanissima patria che diventa la patria dei sogni, delle «bottiglie vuote».

Critica

Tra le principali recensioni su Il viaggio delle bottiglie vuote che abbiamo trovato si può ricavare che non vengono espressi molti giudizi, ma pare che il romanzo abbia avuto una critica piuttosto positiva. Manuela La Ferla, su «La Stampa», lo definisce un romanzo fascinoso. E Ippolita Avalli afferma che l’autore scrive con «uno stile asciutto, cristallino e la magia delle immagini di un mondo antico, che rivelano a squarci il carattere di un presente lontanissimo».

«Kader Abdolah sceglie di rinascere nella terra in cui ha assaporato la libertà delle cose dette e manifeste, in contrapposizione alla cultura del silenzio e del velo da cui proviene». Così lo descrive Marta Morazzoni sul «Corriere della Sera». La storia del protagonista è legata e richiama l’esperienza personale dell’autore, che ha dovuto subire lo stesso destino. I due si ritrovano lontani dalle persone care, la famiglia, gli oggetti, la propria terra e devono affrontare una lingua completamente nuova, nuovi modi di vivere, una nuova cultura. Non per questo si dimenticano della loro terra d’origine: il loro è infatti un viaggio dei ricordi. Così come il nonno di Bolfalz conservava le bottiglie vuote di vino pregiato, stappato in occasioni importanti per la famiglia e il paese, in modo da raccogliere i ricordi. Vivi Farnè Gallisay, di «L’Opinione» afferma che «una particolarità del romanzo è appunto la ricchezza di tradizioni lontane, miste al fermento esistenziale nella cesura tra passato e presente, tra status e ruolo, nell’impatto con valori diversi». E ancora Marta Morazzoni dichiara che la sua scrittura «ha il sapore e il passo delle fiabe millenarie della terra d’origine».

Per il protagonista è più difficile lasciare il passato alle spalle. Sua moglie e suo figlio imparano in fretta la lingua e stringono presto nuovo amicizie, lui no, non riesce a comunicare con gli olandesi. «In Iran tutto era velato, proibito, in Olanda tutto è nudo, indifferente, lecito. Lì ero qualcuno» afferma Kader, «mentre qui mi tocca fare lavoretti provvisori per cui non sono nemmeno tagliato». La scrittrice dell’Opinione continua: «Eppure, scrivendo, l’autore riesce a trasformare il dolore in racconto gentile e leggero. Non usa mai toni forti, accesi, ironici piuttosto».

L’olandese diventa la nuova lingua per esprimersi, perché sa bene che è in quell’idioma che dovrà dar voce al suo presente e per questo motivo si ostina ad impararlo, studiandolo attentamente con l’aiuto del dizionario. Ed è una lingua che «arricchisce di ritmi, coloriture, suggestioni orientali e della leggerezza poetica in cui traspone la natura della sua terra».  scrive Marta Morazzoni.

L’incontro con il vicino di casa omosessuale Renè e la loro amicizia indicano un possibile punto di partenza per Bolfalz, che pian piano riesce ad accettare la sua diversità e ad aprirsi al nuovo mondo. Manuela La Ferla descrive così i due vicini di casa: «Renè si sente solo, Bolfalz abbandonato e così si cerano a vicenda». Le due solitudini sono però diverse: quella di Bolfalz è dovuta alla separazione, ai ricordi; quella di Renè a una vita alla deriva e che si traduce poi nel suicidio.

Fonti

• Avalli, Ippolita «Sospeso tra due culture», Pratica, p. 174

• Carsetti, Marco «Le due parti del mondo», Lo Straniero, settembre 2001, pp. 146-151

• Famè Gallisay, Vivi «Il viaggio delle bottiglie vuote», L’Opinione, 19 dicembre 2004, p. 7

• La Ferla, Manuela «Le bottiglie vuote dell’esule iraniano», La Stampa

• Morazzoni, Marta «Quando l’esilio diventa scoperta di sè», Corriere della Sera, 24 giugno 2001, p.27

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