Il Corvo e Max Havelaar

Faccio il sensale nel ramo del caffé, e abito in Lauriergracht n. 37.1 2

Così inizia Max Havelaar, romanzo scritto nel 1860 da Eduard Douwes Dekker, in arte Multatuli, e divenuto con il passare degli anni il romanzo più celebre nella storia della letteratura olandese.
Ma così inizia anche Il corvo, romanzo scritto del 2011 da Hossein Sadjadi Ghaemmaghami Farahani, in arte Kader Abdolah.
Come si spiega la scelta del romanziere persiano-olandese? Meglio fare qualche passo indietro…

Due sensali agli antipodi
Innanzitutto occorre chiarire che anche Max Havelaar, il protagonista del romanzo omonimo, è uno pseudonimo dell’autore. A metà circa del XIX secolo i Paesi Bassi hanno ancora un loro impero, di cui le Indie Olandesi Orientali (l’attuale Indonesia) sono la perla, e dove Dekker-Multatuli lavora come funzionario. Tuttavia, in seguito al deterioramento dei rapporti con alcuni reggenti locali, Dekker torna in patria, dove raccoglie tutto il suo sdegno e lo concentra in Max Havelaar, vero e proprio strumento di sfogo e denuncia contro gli abusi perpetrati sulle popolazioni indigene delle colonie.

Viene spontaneo chiedersi: «E allora cosa c’entra il sensale del caffè?». Semplice: se il protagonista indiscusso del romanzo è Max Havelaar, il narratore principale è un avido e cinico borghese olandese di mezz’età. Il suo nome è Batavus Droogstoppel, la sua professione… il sensale di caffé. Un sensale che nelle ultime pagine, quando Havelaar si sostituirà a lui nella narrazione, verrà descritto come un «miserabile prodotto della sporca avidità di denaro e della sacrilega bacchettoneria». E in effetti nel corso del romanzo il lettore non può certo provare simpatia per un uomo così gretto, simbolo di un’intera classe sociale che Multatuli vuole attaccare e deridere.

Di tutt’altra pasta è il sensale protagonista de Il corvo, Refid Foaq. Sappiamo che è originario della Persia e che non è mai stata sua intenzione vendere caffè in Olanda, «ma così ha deciso la vita». In poco meno di cento pagine, il protagonista, uomo molto modesto, ci racconta la sua storia: l’infanzia nel paese natale, le notti magiche a Isfahan, la militanza politica a Teheran, la fuga in Turchia e poi in Olanda, dove decide di affiancare al lavoro in negozio l’attività di scrittore in una lingua non sua.

L’onore del boekenweekgeschenk
Scrivere Il corvo non era affatto nelle intenzioni di Kader Abdolah. Anzi, nel 2011 l’autore era immerso nella scrittura di un altro romanzo, Il re. Ma quando la CPNB, la fondazione che ogni anno organizza la settimana del libro olandese, gli ha chiesto di scrivere il boekenweekgeschenk per l’edizione 2011, ovvero il “libricino” che i lettori ricevono in omaggio con un acquisto pari o superiore a 12,50 €, Abdolah non si è tirato indietro. Ed è facile capire perché: scrivere il boekenweekgeschenk, un libro che per tradizione non può superare le 96 pagine, è un vero e proprio onore. Gerard Reve, Remco Campert, Cees Nooteboom, Arnon Grunberg, Harry Mulisch: tutti i più grandi scrittori olandesi si sono dedicati almeno una volta al “libricino”, che nel caso di Hella Haasse e del suo Oeroeg (1948) è diventato negli anni un vero e proprio bestseller.

Ecco quindi che Kader Abdolah, scrittore di madrelingua straniera, ha l’occasione di comparire accanto al gotha della letteratura nederlandese, e di unire due mondi apparentemente inconciliabili tra loro. Quale approccio sceglie? Quello dell’omaggio a una cultura che l’ha accolto, gli ha permesso di coltivare il suo sogno e l’ha aiutato a diventare uno degli autori più celebri nell’Olanda dei primi anni Duemila. Si spiega così l’incipit “rubato” a Max Havelaar, opera paragonabile per importanza e solennità al nostro I promessi sposi. E si spiegano così le varie citazioni colte inserite lungo il racconto, dove si incontrano altri grandi della letteratura olandese (Herman Gorter, Gerrit Achterberg, Louis Couperus, Bredero, Frederik van Eeden, Anna Frank e Willem Frederik Hermans). Sembra quasi che Foaq – ovvero Abdolah – stia cercando di ritagliarsi un posto accanto a tutti questi grandi nomi, e che lo stia facendo con massimo rispetto ed evidente umiltà.

La reazione della critica
Le diverse citazioni non sono passate inosservate nelle redazioni dei principali quotidiani nazionali. E non hanno portato a recensioni positive, anzi. «Abdolah scrive come un ragazzino»3 è la stroncatura fulminante di Het Parool. Gli altri giornali non sono da meno. «La sua visione è tanto limitata quanto il suo uso della lingua»4, sostiene il Volkskrant, mentre Vrij Nederland parla de Il corvo come di una «favoletta multiculturale»5. E per il prestigioso NRC Handelsblad Abdolah «non lega le citazioni al suo racconto»6.

Sono quindi il linguaggio (troppo semplice) e il rapporto con il mondo olandese (troppo positivo) i principali temi su cui gran parte della critica si è espressa in modo negativo. Va detto, tuttavia, che Refiq, durante la narrazione, ammette senza problemi di essere alle prese con il suo primo racconto in lingua nederlandese. Uno stile elementare è quindi perfettamente coerente con la figura di un profugo che decide di affidare i suoi pensieri a una lingua che non è la sua. Anzi, ci stupiremmo se si lanciasse in costrutti complessi e ricchi di subordinate.
Per quanto riguarda la visione del mondo olandese, percepita come troppo positiva, quasi idilliaca, occorre guardare all’esperienza reale di Abdolah. L’autore ha sempre speso parole positive per la terra che l’ha accolto, ma non è mai sfociato nel buonismo: l’accusa di aver scritto una «favoletta» appare esagerata.

Abdolah scrive un libro sull’amore per una cultura straniera e sul desiderio di capirla e possederla attraverso la letteratura: Foad “impara” l’Olanda attraverso lo studio della lingua e dei classici. Lo stile apparirà forse troppo semplice agli amanti di una scrittura più ricercata, ma nel complesso Il corvo è un racconto scritto da un uomo che, nonostante i rovesci che la vita gli ha riservato, non ha ancora perso la capacità di meravigliarsi e meravigliare. E non è poco.

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1 Multatuli, Max Havelaar (UTET, 1965, traduzione di Piero Bernardini Marzolla)
2 Abdolah, Kader Il corvo (Iperborea, 2013, traduzione di Elisabetta Svaluto)
3 Moll, Maarten «Boekenweekgeschenk: De kraai», Het Parool [online], 16 marzo 2011
4 Peters, Arjan De Volkskrant
5 Vullings, Jeroen «Kaders grote tong», Vrij Nederland [online], 10 marzo 2011
6 Fortuin, Arjen «De sjah vreest staatszaken», NRC Handelsblad, 10 marzo 2011

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