Fa’ la cosa giusta: il futuro è di chi lo fa

Fa’ la cosa giusta apre le sue porte a Fiera Milano dal 13 al 15 marzo, accogliendo tutte le realtà dell’economia solidale e del consumo critico.
Attesi 70.000 visitatori, oltre 700 espositori per una kermesse unica nel suo genere che riunisce associazioni, cooperative, aziende del terzo settore: dalla sharing economy all’agricoltura biodinamica, dalla cittadinanza attiva al turismo consapevole.
Un’opportunità per i visitatori di incontrare e conoscere le realtà italiane più attive nella costruzione di una nuova economia, che fa del km zero e della responsabilità sociale delle imprese il suo cuore pulsante. Non solo. Fa’ la cosa giusta è anche un momento di confronto e dialogo tra operatori del settore di costruire un nuovo modello di sviluppo, in grado di superare la crisi economica in atto. “Chi coglie questo momento di cambiamento, rinunciando alla quantità in nome della qualità” spiega un agricoltore siciliano “può salvare se stesso e gli altri dal declino”.

 

“Io, volontario per Expo”

«Avevano promesso migliaia di posti di lavoro. E, invece, i contratti non ci sono. I posti di stage, apprendistato, e gli incarichi a tempo determinato sono pochissimi. Si sente parlare solo di lavoro volontario». Ilaria, 21 anni, è una studentessa universitaria. Ha la voce ferma quando racconta la Milano di Expo. Una città che ai suoi occhi ha accettato l’evento solo per vedere un’inversione di rotta nella curva dell’occupazione. E che, invece, si è ritrovata di fronte a promesse non mantenute.
Non la pensa così, invece, Federico. Da poco maggiorenne, frequenta un liceo di Rho. Lui, Expo, se l’è praticamente vista nascere in casa. «Se non diamo fiducia a questo Paese non potremo lamentarci per il nostro futuro», spiega mentre guarda i lavori delle ruspe in lontananza. «Io non voglio fuggire, voglio dare il mio contributo perché questo paese torni a essere grande. Expo sarà un’occasione per dimostrarlo. Per far vedere prima di tutto a noi stessi che ce la possiamo fare a uscire dalla crisi».

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Creativi si diventa: la Civica di Cinema al Salone dello Studente

Il 21 e 22 Marzo, alla Fabbrica del Vapore a Milano, va in scena la 25esima edizione del Salone dello Studente. 70 stand e oltre 400 mq di spazio a disposizione delle Università e Scuole da tutta Italia. Un’opportunità per i giovani che devono orientarsi nel mondo della formazione superiore, della ricerca o della specializzazione professionale. Tra queste anche la Fondazione Milano, con le sue Scuole Civiche, presenta la sua offerta formativa: dal Cinema alla Musica, passano per il teatro. “Sono scuole dure”, spiega la Presidente Marilena Adamo agli studenti presenti “ma se si segue la propria passione, si può affrontare tutto”. Anche la Civica Scuola di Cinema presenta la sua offerta: dai corsi triennali di regia a quelli serali di documentario, dal montaggio alla fotografia. “Una proposta formativa non coperta da altre istituzioni”, spiega il Direttore della Civica di Cinema, Laura Zagordi “perché unisce pratica, sperimentazione e teoria”.

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Viaggio nel Fablab di Milano

Design, creatività, innovazione, condivisione e tecnologia. Sono queste le 5W dei FabLab, le officine per artigiani digitali che stanno prendendo piede in tutta Italia. Da Nord a Sud, questi laboratori di fabbricazione sono realtà sempre più presenti. Spazi aperti alla cittadinanza nei quali si torna a progettare e creare quello che di cui abbiamo bisogno nel nostro quotidiano. Al centro, internet, la cultura open source e la comunità che, secondo i protagonisti del FabLab milanese, “cambierà il nostro modo di guardare al mondo e anche il nostro paese”.

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Attentato Tunisi, parla la vicina di una vittima: “Non temevano ISIS”

Erano oltre mille le persone presenti al funerale di Giuseppina Biella, la 72enne vittima dell’attentato al museo del Bardo a Tunisi. Le celebrazioni si sono tenute nella chiesa di Meda (MB), il paese di origine della donna. “I coniungi Senzani erano proprietari di una macelleria, li conoscevamo tutti in paese. Oggi ci stringiamo intorno alla famiglia per questa tragedia” racconta una vicina di casa della vittima, Marsela Koci. Secondo il racconto della testimone Giuseppina e il marito non avevano espresso alcun timore per il terrorismo islamico. Anzi “erano persone aperte, che amavano viaggiare”.

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