Le due Anne

Non tutti sono a conoscenza delle due versioni autografe esistenti del famoso diario di Anne Frank, soprattutto perché le edizioni del testo le hanno talvolta inglobate, altre volte hanno fatto una scelta distinta e risulta difficile per un lettore comune, che non si sia troppo addentrato nella storia del Diario, avere informazioni a riguardo. Ma è davvero così importante sapere che sono ben due le versioni che Anne decise di scrivere? E perché? Ma soprattutto perché esistono?07pagina08-dagboek
Iniziando dalla fine, il motivo per cui quando oggi ci troviamo davanti ciò che Anne ha scritto, ne vediamo due diverse versioni risale al 28 marzo 1944, quando il ministro dell’Educazione, delle Arti e delle Scienze del governo dei Paesi Bassi a Londra, Gerrit Bolkestein pronunciò il suo famoso discorso a radio Oranje:
“La storia non può essere scritta soltanto sulla base di relazioni ufficiali e documenti d’archivio. Se le generazioni future dovranno rendersi conto appieno di quello che il nostro popolo ha vissuto ed è riuscito a superare in questi anni, avremo bisogno di testimonianze semplici: un diario, le lettere di un lavoratore dalla Germania, una serie di prediche di un predicatore o sacerdote. Soltanto quando saremo riusciti a raccogliere una grande quantità di questo materiale semplice, quotidiano, soltanto allora lo scenario di questa lotta per la libertà potrà essere dipinto in modo pienamente veritiero.”

Uno degli esempi più chiari della riscrittura del diario è quello dell’8 luglio 1942, il racconto dell’episodio che ha portato la famiglia Frank a nascondersi.

Nella versione [a]

Devo scrivere sul mio diario ancora un sacco di cose, domenica Hello è venuto da me, sabato siamo usciti con Fredie Weiss, naturalmente siamo stati anche all’oasi. Domenica mattina Hello e io eravamo sdraiati a prendere il sole sul nostro balcone. Domenica pomeriggio sarebbe dovuto tornare, ma circa verso le tre è venuto dalla mamma un poliziotto che gridava da sotto dalla porta signorina Margot Frank, la mamma è scesa e ha ricevuto da quell’agente una cartolina su cui c’era scritto che Margot Frank doveva presentarsi alle SS. La mamma era tutta agitata ed è andata dritta dal signor Van Pels che è venuto da noi e a me hanno detto che era stato convocato papà. La porta è stata chiusa e nessuno poteva più entrare in casa nostra. Papà e mamma hanno già preso misure da tempo, e la mamma mi ha detto che Margot non partiva e che il giorno dopo andavamo via tutti. Io naturalmente ho pianto molto e in casa nostra c’era una gran confusione.

Nella versione [b]

[b]. Cara Kitty,
da domenica mattina a oggi sembrano essere passati anni. Sono successe talmente tante cose che mi pare che il mondo d’un tratto si sia capovolto. Però, Kitty, come vedi sono ancora viva, questa è la cosa più importante, secondo papà. Sì, in effetti sono viva, ma non mi chiedere dove e come. Temo che oggi non capirai niente di quello che ti dico, così comincerò dal raccontarti che cos’è successo domenica pomeriggio.
Alle tre (Hello se n’era appena andato per tornare più tardi) qualcuno ha suonato alla porta, io non avevo sentito, perché leggevo sulla veranda prendendo pigramente il sole. Poco dopo Margot si affaccia alla porta della cucina tutta agitata. – È arrivata una chiamata per papà da parte delle SS, – mi dice a bassa voce. – Mamma è già andata dal signor Van Pels.
Mi sono spaventata a morte, una chiamata tutti sanno cosa vuol dire, ho subito immaginato campi di concentramento e celle solitarie, e noi dovremmo lasciarci andare papà? – Naturalmente non parte, – mi ha spiegato Margot mentre aspettavamo la mamma. La mamma è andata dai v. P. per chiedergli se domani possiamo trasferirci nel nostro nascondiglio. I v. P. verranno a nascondersi con noi. Saremo in sette –. Silenzio. Non riuscivamo più a parlare, il pensiero di papà che, senza sospettare niente, era andato a trovare i vecchi dell’ospizio ebraico, l’attesa della mamma, il caldo, la tensione, tutto ci faceva tacere.
D’un tratto suonano di nuovo alla porta. – Sarà Hello, – dico io. – Non aprire – mi raccomanda Margot, ma non era necessario, perché di sotto si sentivano la mamma e il signor v. P. che parlavano con Hello, poi sono entrati e hanno chiuso la porta. Ogni volta che suonavano, adesso Margot e io dovevamo scendere in punta di piedi per vedere se era papà, nessun altro poteva entrare. Margot e io fummo mandate fuori dalla stanza, v. P. voleva parlare da solo con la mamma. Mentre eravamo nella nostra stanza, Margot mi raccontò che la chiamata non riguardava più papà, ma lei. Mi spaventai di nuovo e scoppiai a piangere, allora vogliono far partire da sole ragazze così giovani, ma per fortuna lei non andrà, l’ha detto anche la mamma […]. Nasconderci, ma dove ci nasconderemo, in città, in campagna, in una casa, in una capanna, quando, come, dove…?

Leggendo le due versioni in parallelo si nota immediatamente la differenza di lunghezza del testo. La versione [b], scritta circa due anni dopo è più dettagliata, precisa e ci dà un quadro più completo di ciò che è realmente avvenuto quel 5 luglio. Nella versione [a], nonostante l’episodio sia appena accaduto, viene descritto a grandi linee, non si parla di campanelli, non si racconta del dialogo tra le due sorelle. Il campanello è proprio ciò che fa precipitare la crisi perché rappresenta l’arrivo dell’ufficiale delle SS che consegna il richiamo di Margot. Dopo circa due anni dall’accaduto, l’autrice riesce comunque a rendere perfettamente la sequenza degli eventi di quel giorno. Sembra quasi che Anne voglia marchiare questo episodio e il fatidico suono del campanello come l’inizio, la chiave di volta della sua avventura nella casa sul retro. Questa descrizione dettagliata è perfettamente in linea con il nuovo approccio di Anne nei confronti del suo diario. Nella versione revisionata Anne non scrive per se stessa, ma per il mondo ed è quindi necessario che sia il più precisa e dettagliata possibile riguardo agli eventi che sono stati fondamentali nella sua storia di clandestina.

Mentre da una parte Anne arricchisce la versione [b], dall’altra non ne racconta i dettagli. Non sappiamo la ragione della sua corta descrizione nella prima versione, possiamo però immaginare che fosse un momento confuso della vita di Anne in cui nemmeno lei sapeva che cosa sarebbe potuto accadere. Circa due anni dopo, decide di raccontarcelo per filo e per segno.

Leggendo questo passo vediamo come Anne abbia lavorato a rendere il suo diario intimo una testimonianza di un periodo storico tragico che potesse informare, raccontare, dare qualcosa alle future generazioni, creando due Anne diverse, che crescono insieme nel corso della scrittura.

Fonti: I Diari di Anne Frank a cura dell’Istituto per la documentazione bellica dei Paesi Bassi nella traduzione italiana e nella versione originale in lingua olandese: De Dagboeken van Anne Frank. 

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