Il diario di Zlata Filipović, la “Anne Frank dei Balcani”

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« Alcune persone mi paragonano ad Anna Frank, e ciò mi sgomenta. Ho paura di fare la sua stessa fine. »

(Zlata Filipović, Diario di Zlata, 2 agosto 1993, p. 142)

Le autrici

Anne Frank, vissuta a Francoforte e poi ad Amsterdam, infine morta nel campo di concentramento nazista di Bergen Belsen nel marzo del 1945, dopo sette mesi di prigionia e stenti. Anne, assieme alla madre e alla sorella, fu una delle vittime della follia nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Si stima che tra 15 e 20 milioni di persone siano state imprigionate, e nella maggior parte dei casi uccise, nei lager.

Zlata Filipović, nata a Sarajevo e dodicenne all’epoca del lungo assedio della capitale bosniaca (dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996), riuscita ad ottenere dall’Unicef un salvacondotto per trasferirsi a Parigi. Zlata oggi è un’attiva collaboratrice delle associazioni di sostegno ai bambini vittime di conflitti. Si stima che durante l’assedio di Sarajevo siano morte 150 mila persone, e rese vittime di stupro oltre 20 mila donne.

Le confidenti

Kitty, amica immaginaria di Anne. Durante la clandestinità, appuntare i propri pensieri nel diario diventa sempre più importante perché le permette di sfogarsi. Nel marzo 1944 scrive: “La cosa più bella per me rimane poter scrivere quello che provo e quello che penso, altrimenti soffocherei del tutto”.

Mimmy, nome che Zlata dà al suo diario qualche mese avere iniziato a scriverlo. Il diario viene “battezzato” lunedì 30 marzo 1992: “Ehi diario! Sai una cosa? Dal momento che Anna Frank chiamava il suo diario Kitty, forse è ora che ti dia un nome anch’io. Che ne pensi di questi: ASFALTINA, SEVALA, HIKMETA, MIMMY… o magari qualche altro? Fammi pensare. Ho deciso. Ti chiamerò MIMMY.

I diari

Il diario di Anne, ritrovato ad Amsterdam alla fine della guerra da Miep Gies e consegnato al padre Otto, fu pubblicato per la prima volta nel 1947 nella capitale olandese con il titolo “Het Achterhius”. Il testo è stato rielaborato in tre versioni (le due autografe A e B, e la versione C edita da otto).

Il diario di Zlata è stato pubblicato nel 1993 da una piccola casa editrice, grazie all’interesse della reporter Janine di Giovanni che lo ha proposto per la UNICEF Week. Grazie al diario, Zlata non solo ha attirato l’attenzione dei media mondiali sul conflitto in corso in Bosnia, ma è pure riuscita ad assicurare la salvezza della propria famiglia: l’UNICEF, infatti, ha garantito un salvacondotto ai Filipović, che si sono trasferiti a Parigi in quello stesso anno.

Una pagina del diario di Zlata con un ritaglio di pubblicità della Pepsi. Durante l'assedio di Sarajevo, la bambina soffrì la fame.

Una pagina del diario di Zlata con un ritaglio di pubblicità della Pepsi. Durante l’assedio di Sarajevo, la bambina soffrì la fame.

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Fotografia di Zlata ed un amico che parlano con un agente dell’ONU.

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