La comunicazione non verbale

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Troppo spesso ci preoccupiamo di cosa pensano gli altri, compriamo abiti firmati, ci agghindiamo e profumiamo perché, faremmo di tutto per fare sempre bella figura con chi ci sta intorno e per adeguarci alla società.

Apparire è importante ma sono le nostre competenze e capacità che poi contano davvero. La comunicazione, dunque le parole, sono un primo biglietto da visita nel mondo del lavoro, ma anche la comunicazione non verbale lo è. Il modo di porsi, le espressioni del volto, la postura, il modo in cui teniamo le mani ecc.. dicono molto di noi, anzi è stato stimato che la comunicazione non verbale influisca sul messaggio comunicativo per il 93%.

Per essere un buon imprenditore oltre alle conoscenze , è fondamentale avere una bella parlantina abbinata ad un grande sicurezza in ciò che si fa e in ciò che si dice.

Esseri sicuri, essere carismatici sono la chiave del mondo del business. Chi è sicuro infonde sicurezza. Convincere, vendere e intortare, una volta capito il trucco, sarà un gioco da ragazzi.

La comunicazione non verbale, però, non è da tutti.  La Comunicazione non verbale si divide in 4 canali: Prossemica, Cinesica, Digitale, Paralinguistica. Ma che cosa sono?

Prossemica: parte della semiologia che studia il significato assunto, nel comportamento sociale dell’uomo, dalla distanza che l’individuo frappone tra sé e gli altri e tra sé e gli oggetti, e quindi, più in generale, il valore attribuito da gruppi sociali, diversi culturalmente o storicamente, al modo di porsi nello spazio e al modo di organizzarlo. L’ideale è mantenere una distanza sociale, cioè almeno 1/2 metri di distanza. Non invadere la distanza intima (meno di ½ metro), perché potrebbe mettere a disagio chi ascolta.

Cinesica: studio della comunicazione non verbale che si attua attraverso i movimenti, i gesti, le posizioni, la mimica del corpo, in modo volontario o involontario. Per esempio, molte persone sfogano la propria ansia con un movimento continuo delle gambe o con movimenti bruschi e continui delle braccia. Questo potrebbe infastidire l’interlocutore e, nel migliore dei casi, potrebbe perdere l’attenzione.

Digitale: l’esempio classico e più semplice è quello della stretta di mano. Tutti condividono che una stretta di mano moscia sia da evitare assolutamente, sarà per questo che molte persone si sono convinte che l’ideale sia stritolare la mano dell’altro. Invece, la cosa migliore da fare è quella di calibrare la propria stretta di mano seguendo la forza del proprio interlocutore. Quando qualcuno vi porge la mano, ascoltate la pressione con cui ve la stringe e rispecchiatene la forza e l’intensità.

Paralinguistica: il tono, il timbro, il volume della voce sono elementi fondamentali che incidono tantissimo sulla  comunicazione e sulla possibilità di fare una buona prima impressione. E’ importante adeguare tutti questi elementi all’ interlocutore. Riuscire nel rispecchiamento della paralinguistica dell’ interlocutore vi porterà a dei buoni risultati, perché inconsciamente il messaggio che state lanciando è: “Sono come te. Siamo simili. Ci capiamo al volo”. E lavorare con chi si mette al nostro stesso livello è piacevole e produttivo.

Ecco un breve esempio di CNV:

https://www.youtube.com/watch?v=pudurr-xiaU

 

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