Het leven is vurrukkulluk

Vurrukkulluk1


«Una sera, mi trovavo dietro la mia scrivania e scrissi “Het leven is vurrukkulluk”. Mi sembrò una frase divertente. Qualcuno deve pur dirla una frase del genere. Dopo continuai e scrissi: “Het leven is vurrukkulluk, zei Panda”. Qualcuno doveva pur rispondere a quella frase. E così continuai. Non avevo in mente uno schema ben preciso, non sapevo neanche come si sarebbe svolta la storia. Dopo una frase che finivo, me ne veniva un’altra. Dopo sei settimane il libro era finito»
(Remco Campert)


 
 
 
 
 
FAQ

 
 
 
 
 
 

«Una sera, mi trovavo dietro la mia scrivania e scrissi “Het leven is vurrukkulluk”. Mi sembrò una frase divertente. Qualcuno deve pur dirla una frase del genere. Dopo continuai e scrissi: “Het leven is vurrukkulluk, zei Panda”. Qualcuno doveva pur rispondere a quella frase. E così continuai. Non avevo in mente uno schema ben preciso, non sapevo neanche come si sarebbe svolta la storia. Dopo una frase che finivo, me ne veniva un’altra. Dopo sei settimane il libro era finito», è quanto ha affermato una volta Campert parlando di uno dei romanzi che l’hanno reso più celebre, anche a livello internazionale.
Het leven is vurrukkulluk”, un’eccellente introduzione alla prosa di Campert, è considerato un piccolo classico della letteratura olandese e seguendo una lettura ed un’analisi più approfondita può essere considerato un romanzo psicologico.
Lo strano umorismo che ha da sempre contraddistinto le opere dell’autore olandese ha reso “Het leven is vurrukkulluk” un romanzo senza tempo: seppur ambientato negli anni ’50, come affermò all’Haagse Post nel 1979 l’autore, “il libro in realtà voleva descrivere un sentimento di felicità, più tardi capii che era la scrittura stessa a darmi questo senso di benessere”.
Venne pubblicato per la prima volta nel 1961 e recentemente è apparso nelle librerie italiane con il titolo “Festa d’estate”, edito da Elliot.
 
 
 
 

 
 
 
Trama
 
 
het leven is vurrukkulluk
 
Het leven in vurrukkulluk”, come accade di frequente nelle opere di rottura dell’epoca, descrive le vicende avvenute in un unico giorno, in particolare durante una lunga giornata estiva ad Amsterdam. La storia si svolge negli anni ‘50 e i fatti vengono raccontati in ordine cronologico, fatta eccezioni per alcuni flashback.
I protagonisti sono tre ragazzi: Boelie, Mees e la sedicenne Panda, una ragazza inquieta e irriverente che non crede nelle favole, nei sogni o in ciò che definisce “fantascemenza”. Il casuale incontro nel parco tra i tre ragazzi sarà il centro del romanzo in cui convergeranno poi una serie di personaggi secondari. Pagina dopo pagina vediamo comparire e svanire l’eccitazione dei tre ragazzi nei confronti della vita, la smania di libertà, il bisogno di passioni urgenti che poi sempre abbandonano senza pietà per cercarne di nuove. Il libro è un susseguirsi di amori e disamori, di corteggiamenti compulsivi e di tradimenti che descrivono una generazione di «giovani che facevano i giovani, perché essere giovani in quel momento andava di moda». Ma questi giovani sono poi tanto diversi dai giovani dei giorni nostri? Quella loro paura di divenire adulti, di divenire quegli adulti che tanto detestano, è davvero sparita? Boelie e Mees sono quindi tormentati dal trovare un senso alla propria vita. Il primo, che soffre di una sorta di complesso di Edipo, da piccolo veniva maltrattato dal padre, che a sua volta veniva picchiato dalla moglie; Mees, invece, ha appena scoperto di essere un figlio illegittimo. Un giorno d’estate i due si trovano a passeggiare per il parco, dove incontrano Panda e la invitano a mangiare un gelato per poi andare in un locale a bere una birra. Dopo un po’ si accorgono di essere stati seguiti tutto il tempo da un signore anziano il quale riprende a seguirli anche quando lasciano il locale per recarsi a casa di Mees. L’anziano in realtà simboleggia il fatto che i ragazzi vengono perseguitati dal passato, quando i due ragazzi facevano parte di una banda di teppisti e compivano atti di cui ora si pentono. Una volta arrivati nel parco, derubano il vecchio, gesto che ai nostri occhi appare illogico se si pensa al loro dispiacere delle azioni compiute in passato. L’uomo sviene e viene lasciato nel parco mentre gli amici se ne ritornano a casa. Lì Mees ricorda a Boelie del suo appuntamento con lo psichiatra e, appena questi se ne va, va a letto con Panda, senza però fare una buona performance a causa dei rimorsi per l’azione compiuta nei confronti dell’anziano poco prima e la sua mente inizia a vagare tra i suoi ricordi d’infanzia. Nel frattempo Boelie durante la seduta racconta le sue paure e la sua solitudine allo psichiatra che lo interrompe e gli chiede di seguirlo a casa sua: il dottore crede che la moglie lo abbia tradito e chiede al ragazzo di indagare sulla questione. Arrivati, lo psichiatra si siede ad ascoltare la radio mentre Boelie tiene compagnia alla moglie Etta che gli racconta della sua giovinezza passata in un campo di concentramento (fatto del tutto inventato) e del suo matrimonio fallito: il padre era un uomo di successo, la madre un’alcolista. Dopo un po’ la signora porta Boelie con se nella casa dei vicini perché vuole mostragli una collezione di francobolli che simboleggia la vendita dell’amore fisico, la causa per cui le persone si sentono alienate da se stesse: lei fa sesso perché compensare la carenza d’affetto avuta da giovane. Boelie cerca di distrarla, ma appena si infilano sotto le coperte vengono scoperti dai vicini che chiedono cosa stiano facendo in casa loro e la donna risponde che avendo sentito odore di gas in casa propria e s’erano nascosti da loro per paura che scoppiasse un incendio. L’anziano che avevano derubato si riprende e si rende conto che i suoi soldi sono spariti; viene aiutato da Tjeerd Overbeek che aveva assistito all’accaduto: questi porta l’uomo al locale della zia in cui l’anziano era stato precedentemente. La proprietaria si scopre essere un’amica d’infanzia dell’uomo e Tjeerd li lascia soli a ricordare i bei tempi andati. Nel mentre Mees e Panda decidono di usare i soldi per andare ad una festa in cui alla fine del racconto tutti i personaggi si ritroveranno che culminerà in un esito fatale.
 
 
 
 

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Stile
 
 
Lo stile del romanzo è molto disinvolto, divertente, ma allo stesso tempo saggio. Leggendo il libro è facile ridere a voce alta o sospirare ricordando eventi passati, grazie a quei sentimenti nostalgici e di ammirazione che affiorano tra le pagine. Campert sperimenta spesso con l’uso della lingua: nel testo originale troviamo parole non corrispondenti allo spelling standard, ma scritte in maniera divertente. Non sono errori, ma parte della struttura del romanzo che vede l’ironia come elemento fondamentale della vita.
 
 
 
 

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Possiamo notare come Campert sperimenta con le parole già dall’inizio del romanzo. Riportando un tratto del primo capitolo in lingua originale vediamo come questi strani giochi di parole sono stati poi tradotti nella lingua italiana:
 
In lingua originale:
 
‘het leven is vurrukkulluk’ zei Panda. ‘Jaah’, beademde Mees met een zucht. Hij had Panda t eerst gezien en aangesproken en mocht nu het dichtst nas haar lopen. Zo af en toen (sublieme elektrische momenten) raakte zijn hand haar heupwiegende heup. Daartoe moest hij zich enigszins bukken, want hij was lang, zij was klein.
 
In italiano:
 
“La vita è deeeliziosa”, disse Panda. “Sìì” disse Mees con un sospiro. Era stato il primo a vedere Panda e a rivolgerle la parola e quindi aveva il diritto di camminarle accanto più da vicino, quando ancheggiava, di tanto in tanto (sublimi istanti elettrici) la sua mano le sfiorava il fianco. Per arrivarci doveva chinarsi un po’, perché lui era alto, e lei piccolina.
La parola ”vurrukkulluk” è essa stessa un gioco di parole, lo spelling è sbagliato, ma pronunciandola si ottiene lo stesso effetto di come suonerebbe se fosse scritta nel modo corretto, ovvero ”verrukkelijk”, sono omofone. In un intervista è stato chiesto a Campert se questa parola fosse stata scritta così perché avesse un senso ironico ma lui rispose :
” A dire il vero no; ho scritto il libro in un periodo in cui mi sentivo particolarmente felice… Beh, forse felice è una parola grossa, diciamo che era un periodo in cui mi sentivo a mio agio. Con questo spelling la parola effettivamente potrebbe risultare ironica, ma il motivo per cui l’ho fatto è veramente banale: volevo semplicemente scrivere le parole come venivano pronunciate, tutto qui.”Un altro esempio lo troviamo nelle seguenti frasi:
• ‘Om de verworvenheden van tweeduizend jaar christendom lachen ze. Ze stellen slechts belang in viesziek plezier, auto’s en ziekelijke kunstuitingen, zoals jazzmuziek en cojbojfilms.”
• ”Se ne sbattono di duemila anni di cristianesimo. A loro interessano solo la soddisfuckzione carnale, le macchine ed espressioni artistiche degenerate come la musica gezz e i western.
• ”Ik heb zin in nijslollie”
• ”ciovvooglia di un ghiacciolo”
Come ha affermato il traduttore del libro David Santoro, questo cambiare le parole fa sì che l’occhio di chi legge si soffermi un po’ più a lungo sulle singole frasi e permette, in un certo senso, di prolungare la giornata di festa che è, in fin dei conti, il cuore di tutta la narrazione di questo romanzo. Santoro è riuscito a rispettare pienamente l’intento dell’autore.
 
 
 
 

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Ma cosa ne pensano i lettori Olandesi di questo romanzo?
Le opinioni sono molto contrastanti, come è giusto che sia.
Commenti positivi:
 
”Che bel libro! Straziante e accattivante. Divertente e spiritoso,
talvolta poetico e qualche volta banale ma sempre piacevole e commovente
e per niente superficiale, che ti tiene incollato pagina dopo pagina. Meraviglioso.”
Commenti negativi:
 
– ”Ho trovato il libro terribile. ”
– ”Come mi successe quarant’anni fa, non mi riesce proprio finire questo libro”
– Questo libro contiene tutti gli elementi riguardanti la libertà e la felicità nella generazione degli anni sessanta. Il linguaggio è sorprendente anche se i giochi di parole mi hanno stancato dopo poco”
 
 
 
 

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Un libro che inizia con la frase: ”la vita è deeeliziosa”, non può che essere fantastico, ho pensato appena preso in mano il libro. Leggendolo tutto, pagina dopo pagina, ho apprezzato molto come questi tre giovani, poco più piccoli di me, siano disposti a rischiare tutto pur di ottenere quello che vogliono: sesso, alcol, feste ma non solo; il messaggio fondamentale che ne traspare è che la vita va vissuta fino in fondo, ogni giorno, e in modo attivo. Per realizzare i nostri sogni ogni tanto dobbiamo rischiare, buttarci, cadere ma poi rialzarci e tentare di nuovo. In questo periodo dove la sregolatezza e l’eccesso dominano nuovamente la vita dei giovani d’oggi fa si che il libro risulti, anche se scritto negli anni ’60, molto attuale. Tutti i giovani in qualche modo possono rispecchiarsi nelle vite di Mees, Boelie e Panda, la cui vita non è fatta solo di divertimenti; dietro di loro di celano drammi interiori e passati difficili. Di sicuro il libro, nonostante l’apparenza, non è per niente semplice da leggere. Il modo diretto e molto (forse troppo) dettagliato, con cui viene descritta ogni cosa ha fatto di che mi perdessi più volte. Nonostante tutto però credo che valga la pena leggere il libro e credo che ognuno di noi, giovane o meno, possa in qualche modo rispecchiarsi e ritrovarsi nel racconto e trarne alcuni spunti per un’interessante riflessione sulla vita e sulla situazione attuale, che forse non è poi molto diversa dal passato.
 
 
 
 

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Per approfondire:
 
 
• leggi la recensione di Giuseppe Di Stefano sul Corriere della Sera; Festa d’Estate è un libro sulle inquietudini della gioventù, sul cinismo che non conosce il rimorso, ma pure sulla malinconia che accompagna inevitabilmente il tramonto dell’esistenza umana.
• leggi la recensione di Marco Lodoli su Repubblica; In questo romanzo si narra la giornata di tre fannulloni che mentre vanno alla deriva, nella loro vita da perfetti Bohèmien, immaginano una vita diversa, dove la cosa più importante è sfuggire alla mediocrità borghese.Potete leggere i primi 3 capitoli del libro cliccando qui.
 
Se vuoi ascoltare il romanzo raccontato dalla stessa voce dell’autore, clicca qui
 
 
 
 

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