Poesia

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La leggerezza di Remco Campert

Nell’immediato dopoguerra i giovani nei Paesi Bassi avvertono la necessità di un cambiamento radicale, di una rottura con la tradizione. Il gruppo dei poeti ribelli che si definisce ‘I poeti degli anni cinquanta’, ovvero i ‘Cinquantisti’, mostra un atteggiamento provocatorio verso la società olandese ed un odio fervente per la poesia tradizionale, che  seguiva le convenzioni poetiche come la rima, la metrica, le strofe regolari e le metafore prevedibili. Il genere di poesia che i giovani poeti vogliono definitivamente abolire.
Nel frastuono di questo coro che fa scandalo nella ‘patria indolente’, si riconosce anche la timida voce del giovane poeta Remco Campert. In una delle sue prime poesie, egli cercherà di sintonizzarsi con le frequenze della nuova generazione, presentando anche un programma del movimento:

è ora che facciamo sentire qualcosa
una voce attraverso la polvere delle macerie (…)
una voce che canta attraverso tutte le case
che fa bollire l’acqua e
fa saltare i fusibili della rassegnazione.

La guerra, la liberazione, la gioventù sono tutti temi che ricorrono nelle sue opere. Remco Campert non è un poeta che urla o che strepita; il suo tono riflette piuttosto l’ironia, la timidezza, il relativismo, spesso anche con una certa malinconia, soprattutto quando un velo di tristezza sfiora la chiarezza delle sue frasi concise. Tra i poeti che facevano la rivoluzione negli anni Cinquanta Campert è senza dubbio il più accessibile. Le sue frasi corrono con un’agilità naturale, con una musicalità che fa ricordare la forma d’arte che Campert ammira di più e che ha ispirato sempre la sua poesia: il jazz. Egli non ha scelto come alcuni poeti della sua generazione la via dell’ermetismo, l’esempio di Mallarmé. La sua poesia non vuole confondere il lettore con dei crittogrammi verbali. In alcune poesie ha spiegato così la sua avversione alla profondità pesante: ‘Non mi piacciono le montagne’. L’ultima strofa rende chiaramente il suo atteggiamento discordante:

preferisco camminare a pianterreno
o stare fermo
se deve succedere qualcosa di verticale
in una fossa non troppo profonda
vicino ai piccoli animali
con i miei piedi nella terra calda
con il mio naso nel vento freddo

È quest’avversione alla profondità che dà alla poesia di Campert un’apparente semplicità. Ed è questa che definisce l’ingegnosità del poeta. In questa sede consideriamo soltanto Campert poeta, tuttavia non possiamo tralasciare il suo importante ruolo di prosatore. La caratteristica che lega il poeta al prosatore è quella che Italo Calvino ha sollevato come una specificità che gli stava particolarmente a cuore, ovvero la leggerezza. Nella sua prima lezione americana, Calvino ha spiegato così il suo tentativo di togliere peso: ‘ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio’. E questa leggerezza, tanto valutata da Calvino, pervade le opere di Campert, che proprio per questo rimane una figura speciale nella letteratura olandese. Non ha voluto schiacciare il lettore sotto un realismo soffocante o un ermetismo opaco. Calvino ha presentato le sue lezioni americane come ‘proposte per il prossimo millennio’. La conclusione di questa introduzione sarà quindi ovvia: Remco Campert è uno scrittore per il nuovo millennio.

 © Ton Anbeek in occasione della manifestazione “Due Lingue su una riga”, 2003

 
 

Remco Campert

1950 – Ten lessons with Timothy
1951 – Vogels vliegen toch
1951 – Vierendelen
1952 – Een standbeeld opwinden
1953 – Berchtesgaden
1955 – Met man en muis
1955 – Het huis waarin ik woonde
1959 – Bij hoog en bij laag
1962 – Dit gebeurde overal
1965 – Hoera, hoera
1968 – Mijn leven’s liederen
1968 – Dit gebeurde overal/Hoera, hoera
1970 – Betere tijden
1976 – Alle bundels gedichten; 1951-1970
1979 – Theater
1983 – Scènes in Hotel Morandi
1984 – Drie vergeten gedichten
1984 – Amsterdamse dagen
1984 – Zeven vrijheden
1985 – Dit gebeurde overal
1986 – Collega’s
1988 – Een neger uit Mozambique
1988 – Toen ik je zag
1992 – Rechterschoenen
1994 – Restbeelden: notities van Izegrim
1994 – Straatfotografie
1995 – Dichter
1997 – Ode aan mijn jas
1999 – Rataplan / Lamento
2000 – Kus zoekt mond
2004 – Over en weer
2006 – Acht waterschetsen
2007 – Nieuwe herinneringen
2007 – Lamento
2011 – Een oud geluid
2012 – Poes is dood